(DIRE) Roma, 17 gen. - Una nuova terapia "a bersaglio molecolare" contro il tumore al rene e' oggi disponibile anche in Italia. Se ne e' parlato in un incontro organizzato dalla Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo) a Milano dove oncologi e esperti hanno approfondito le nuove frontiere per il trattamento del tumore renale davanti a una platea di giornalisti e operatori del settore medicale.
Il panorama terapeutico sta oggi cambiando velocemente e, dopo l'ingresso della terapia immuno-oncologica, l'ultima novita' e' rappresentata dalla nuova terapia a base di "cabozantinib", una molecola utilizzata per una nuova classe di farmaci anti-tumorali mirati, i cosiddetti inibitori della crescita tumorale. La cura e' oggi disponibile anche in Italia dopo il via libera dello scorso novembre da parte dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), mentre era gia' diffusa in altri Stati europei dopo l'approvazione da parte dell'Agenzia Ue per i medicinali (Ema) e successivamente della Commissione europea nel 2016.
"Nella neoplasia al rene la chemioterapia e la radioterapia si sono dimostrate poco efficaci- ha spiegato Giuseppe Procopio, responsabile dell'Oncologia medica genitourinaria della Fondazione Irccs-Istituto nazionale dei tumori di Milano -, mentre i farmaci a bersaglio molecolare hanno permesso di allungare la sopravvivenza di oltre due anni". Come ha evidenziato Maurizio Limitone, di Favo Lombardia, ora "e' essenziale per i pazienti disporre in tempi brevi delle terapie innovative".
Citando lo studio Meteor, che ha condotto all'approvazione della molecola cabozantinib, Camillo Porta dell'Oncologia medica della Fondazione Irccs-Policlinico San Matteo di Pavia, ha evidenziato il comprovato "impatto positivo sulla qualita' di vita dei malati" trattati con l'innovativa terapia, che tuttavia, ha osservato, e' stata introdotta in Italia "con un anno di ritardo rispetto ad altri Paesi, come per esempio, la Germania".
(Wel/ Dire)