(DIRE) Roma, 11 gen. - L'influenza mette ko la sanita' italiana e' la colpa viene fatta ricadere ad arte sui medici di famiglia dall'assessore della Lombardia, Giulio Gallera, per coprire i tagli ai servizi e gli errori organizzativi suoi e, piu' in generale, della politica delle Regioni. Questa la denuncia del Sindacato dei Medici Italiani-Smi che rimanda al mittente le accuse e critica anche una grave tendenza dei media a riportare dati non verificati sui compensi e l'orario di lavoro dei medici del settore che sono, di fatto, il supporto ideale ad una ennesima caccia alle streghe.
"È di oggi un servizio sulla Stampa che riporta una bufala sui compensi e l'orario di lavoro dei medici di famiglia e che fa da corollario a un attacco dell'assessore lombardo Gallera contro i professionisti del settore per mascherare le inefficienze della sua gestione nella regione della crisi influenzale", attacca Enzo Scafuro, responsabile nazionale dello Smi per la medicina generale e segretario Smi Lombardia, che insiste: "Siamo sconcertati dalle inesattezze e falsita' del pezzo a partire dal titolo: '150.000 euro per 15 ore', e ci stupisce che venga citato a supporto di questa informazione Vincenzo Pomo, coordinatore della Sisac, l'ente che si occupa degli accordi di lavoro dei medici convenzionati, che dovrebbe conoscere bene le questioni citate. Attendiamo, infatti, una sua pronta e ferma smentita, se cosi' non fosse saremmo costretti a chiederne le dimissioni: il responsabile di un organismo tecnico pubblico non puo' diffondere dati sbagliati".
"Nell'articolo - aggiunge - e' strana anche la reazione fin troppo tiepida di Silvestro Scotti, segretario di un sindacato che forse dovrebbe spiegare che i compensi riportati sono solo relativi a casi isolatissimi di medici di alcune regioni che accumulano incarichi fino alle cifre citate. Una piccolissima minoranza, espressione di un piccolo potere locale e sindacale, di una casta che nulla a che a vedere con la dura realta' quotidiana del lavoro dei medici di medicina generale".
Nel merito interviene, quindi, Maurizio Andreoli del Centro Studi SMI, che ricorda una indagine (del 2014, disponile integrale per chi la volesse richiedere) basata su dati certi (bilanci regione Lombardia certificati) sulle retribuzioni dei medici di famiglia nel 2013, tuttora attuali, visto che il contratto non e' stato piu' rinnovato da allora: "Il lordo per ciascuno dei 6500 medici di famiglia lombardi e' di 98.660 euro annui in media, dei quali 74.224 di quota capitaria, il restante tra rimborsi spesa e contributi ENPAM. Queste cifre per una media di 1400 assistiti a medico, quindi parametrando ad un massimalista le cifre possono arrivare al massimo a 105 mila euro lordi a medico, dei quali 79.525 di quota capitaria. Altro che 150 mila euro annui".
"Quanto alle 15 ore alla settimana, quindi 3 ore al giorno - continua - ebbene, chiunque faccia il nostro lavoro sa che quelle sono solo le ore previste dalla convenzione. Questa, e' invece, la realta' secondo una indagine on line Smi del 2015, non in un momento di epidemia influenzale il che peggiorerebbe questo calcolo: 5 ore e 24 minuti al giorno di ambulatorio, 1 ora e 51 minuti di visite domiciliari e 1 ora e 40 minuti di burocrazia, senza contare consulti telefonici e contatti di vario genere (mail, Whatsapp, sms ecc). Per un totale di 36,9 assistiti visitati al giorno, dei quali il 40% cronici e il 14% fragili".
"Infine - conclude Andreoli - riassumendo settimanalmente: visite in ambulatorio 27 h e 24 min, visite domiciliari 8 h e 55 min, burocrazia 7 h e 5 min, altri e vari 3h e 7 min. Un totale di 46h e 30 minuti su 5 giorni a settimana, esclusi tempi non stimabili (telefono, ecc). Questi i dati, il resto sono, appunto, manipolazioni, anzi bufale. E siamo disponibili a farci accompagnare nel nostro lavoro anche la prossima settimana, se qualcuno vuole verificare".
(Wel/ Dire)