(DIRE) Roma, 10 gen. - "Si tratta di un nuovo strumento terapeutico e, in quanto tale, va dispensato con cautela. Soprattutto perche', nonostante l'entusiasmo verso questa nuova possibilita', sull'uso medico della cannabis gli studi ad oggi disponibili sono insufficienti per trarre conclusioni definitive sull'efficacia e la sicurezza della sostanza". Cosi' in una nota congiunta il presidente della Societa' italiana di Farmacologia (Sif), Alessandro Mugelli, e il presidente della Societa' italiana di Tossicologia (Sitox), Patrizia Hrelia.
"Recenti indagini internazionali- proseguono- hanno mostrato che la conoscenza della farmacologia e della tossicologia dei derivati della cannabis da parte dei medici che la prescrivono e' piuttosto insoddisfacente. Proprio per questa ragione, le nostre societa' si stanno adoperando per realizzare specifici corsi di formazione sull'argomento destinati a medici e farmacisti". Le societa' scientifiche chiedono anche di valutare "piu' attentamente i passi necessari nello sviluppo del mercato, sostanzialmente nuovo, della cannabis terapeutica, che e' ancora un vero e proprio 'campo minato'".
Le prospettive terapeutiche della cannabis, secondo i due presidenti, sono "senz'altro interessanti, anche se non vi e' ancora chiarezza sulle reali prove di efficacia e soprattutto, quello che manca e' un dato certo sul fronte della sicurezza. Non si conoscono, in particolare, gli effetti a lungo termine. Ci troviamo in un campo minato- sottolineano- e per questo ci vuole chiarezza, formazione e corretta informazione sia agli operatori sanitari sia ai cittadini, nei quali in particolare non bisogna creare false speranze perche' la cannabis rappresenta in ogni caso un trattamento sintomatico e non curativo. Le informazioni, non sempre corrette e potenzialmente pericolose, pongono in rischio non solo la salute dei pazienti, ma anche la collettivita'", concludono.
(Wel/ Dire)