(DIRE) Roma, 28 feb. - La Societa' Italiana di Medicina Riabilitativa (Simfer) rivolge una lettera aperta a tutte le forze politiche impegnate nella consultazione elettorale del prossimo 4 marzo. Nella missiva firmata dal presidente Piero Fiore vengono affrontate le problematiche specifiche del settore della riabilitazione, nell'attuale contesto del sistema sanitario. Ecco le istanze della Simfer alle forze politiche.
L'ampliamento e la maggiore omogeneizzazione a livello nazionale del livello complessivo di copertura offerto dai servizi riabilitativi. Esiste tuttora un'area importante di inappropriatezza "per difetto", dovuta all'incompleta risposta a certi tipi di bisogno, e - elemento forse di ancor maggior criticita' - alla disomogenea distribuzione dei servizi nelle diverse regioni o addirittura nell'ambito della medesima regione.
Tali differenze sono riscontrabili anche in diversi altri settori di un Sistema Sanitario Nazionale che per altri aspetti e' un modello di validita' riconosciuta in tutto il mondo.
Nell'ambito della riabilitazione esse generano situazioni di intollerabile diseguaglianza in fasce particolarmente deboli e vulnerabili della popolazione, e sono fonte di grave difficolta' e disagio negli operatori. A solo titolo di esempio, la quota di persone colpite da ictus che accedono ai servizi riabilitativi nel nostro paese e' tuttora complessivamente inferiore ai livelli ritenuti adeguati; altri settori in cui si riscontrano livelli insufficienti di copertura sono quelli della riabilitazione territoriale, in molte diverse condizioni del bambino, dell'adulto e dell'anziano, e degli interventi riabilitativi per le persone con storia di tumore.
L'adozione effettiva in tutte le in tutto il paese di modelli organizzativi in rete integrata dei servizi riabilitativi, cui concorrano tutte le componenti dell'offerta sanitaria e sociosanitaria locale, sia pubblica che privata, ed in cui ci sia la possibilita' formalizzata di avvalersi anche del contributo di altre risorse comunitarie, con funzione integrativa e non sostitutiva.
Questi modelli, previsti dalle normative e gia' adottati in diverse aree del paese, sono efficaci per favorire equita' di accesso alle cure, evitando carenze ma anche inutili ridondanze o inappropriatezza dei servizi.
La promozione di modalita' partecipative nella definizione delle politiche di settore e nella progettazione dei servizi riabilitativi, in una prospettiva di co-costruzione che includa professionisti, utenti, politici e programmatori, nonche' altre componenti di rappresentanza della comunita'.
La promozione di modalita' dinamiche di adeguamento normativo, per una piu' pronta risposta ai continui mutamenti dei bisogni. Ad esempio, i Livelli Essenziali di Assistenza dovrebbero essere aggiornati con modi e tempi piu' rapidi e flessibili rispetto al passato. In questa prospettiva, agli organismi permanenti di monitoraggio e revisione gia' previsti dalle norme deve essere assicurata la concreta possibilita' di interpretare e di tradurre in pratica in tempi adeguati le istanze provenienti "dal campo", ed in particolare quelle delle componenti professionali.
Il sostegno ed il potenziamento dell'offerta formativa nel settore della Medicina Riabilitativa, non solo per l'accesso alla formazione del medico specialista in fisiatria (nei prossimi anni e' previsto un aggravamento della gia' sensibile carenza di queste figure), ma anche nel settore della formazione medica di base, della medicina generale e di altre specialita', in cui questa materia e' spesso del tutto assente, nonche' in quella degli altri professionisti del settore sanitario e socio sanitario, come raccomandato anche dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilita'.
Il sostegno alla ricerca nel settore riabilitativo ed agli investimenti in tecnologie innovative, che possono ampliare l'offerta dei servizi, senza incrementi (o addirittura con recupero) di altre risorse, nonche' dare impulso alle molte realta' produttive di alta qualificazione presenti nel nostro paese. Si pensi, ad esempio, alle potenzialita' della teleriabilitazione e di altre soluzioni di mHealth gia' disponibili, che non trovano un'effettiva diffusa applicazione anche per mancanza di una cornice normativa adeguata e di coerenti progetti di acquisizione e implementazione. Altri settori importanti sono quelli che si riferiscono alle tecnologie robotiche, alla protesica avanzata, alle aree della realta' virtuale e dell'Intelligenza artificiale.
Ultimo - ma non ultimo - aspetto, il sostegno a politiche inclusive per l'accesso e la fruizione dei servizi da parte di tutte le persone con disabilita', anche transitoria. Cio' ovviamente non riguarda solo l'ambito della Medicina Fisica e Riabilitativa, ne' il solo settore sanitario o socio-sanitario, ma e' cruciale perche' i risultati ottenibili con gli interventi riabilitativi vengano mantenuti e si traducano in una effettiva partecipazione sociale. Estendere realmente alle persone con disabilita' azioni di "Public Health" rivolte alla popolazione generale sugli stili di vita (ad esempio con la ulteriore diffusione di programmi di attivita' fisica adattata); promuovere l'accessibilita' a tutti i servizi (sul piano fisico, normativo, informativo); favorire lo sviluppo di cultura ed atteggiamenti inclusivi in tutti i settori della vita sociale: sono alcune delle azioni su cui i fisiatri italiani sono sempre pronti a dare un contributo - come cittadini prima ancora che come professionisti - ed intendono richiamare ancora una volta l'attenzione del mondo politico.
(Wel/Dire)