(DIRE) Roma, 22 feb. - Nell'ambito della medicina fisica e riabilitativa uno dei settori piu' rilevanti e' quello ambulatoriale, specialmente in un momento in cui e' necessario qualificare in modo sempre piu' rilevante l'attivita' riabilitativa extraospedaliera, alla luce della progressiva deospedalizzazione dell'assistenza. Di questo si e' parlato nel convegno dal titolo 'Organizzazione delle prestazioni di riabilitazione specialistica ambulatoriale', promosso a Roma da Anisap, Simfer e Sirn, dal collegio dei professori ordinari di medicina fisica e riabilitativa, dall'Omceo Roma e dall'associazione 'Uniti per unire'. Per l'Ordine capitolino sono intervenuti il vicepresidente Pier Luigi Bartoletti e il consigliere Foad Aodi.
Nella varieta' degli interventi riabilitativi e' fondamentale differenziare a livello ambulatoriale la disabilita': e' possibile affrontarla in termini di 'caso complesso' e 'caso non complesso', per descrivere al meglio le caratteristiche del singolo paziente, della sua presa in carico e quindi delle sue necessita' riabilitative. Obiettivo del convegno e' stato dunque fare chiarezza e dirimere alcuni aspetti critici con particolare riferimento alle tipologie di struttura ambulatoriale e ai nuovi Lea che, nello specifico, risultano troppo generici e scarsamente esplicativi nei confronti delle metodiche delle tecniche peculiari della riabilitazione.
Numerose le tematiche affrontate. Tra queste, l'implementazione delle attivita' ambulatoriali di riabilitazione per facilitare il recupero funzionale e dare autonomia alle persone con disabilita' che, dopo le fasi acuta e post acuta ospedaliera, devono poter accedere con facilita' agli ambulatori per proseguire e ricevere le cure fisioterapiche adeguate. Spazio nel dibattito anche alla centralita' della riabilitazione ambulatoria che dovra' fronteggiare problemi di cronicita' e complessita' delle malattie in una popolazione sempre piu' anziana, svolgendo poi sul territorio un ruolo fondamentale per migliorare la vita delle persone.
Oltre alle tematiche affrontate, il dibattito ha offerto anche diverse proposte per fronteggiare le criticita': dalla facilitazione dell'accesso alle prestazioni ambulatoriali, all'uniformazione delle modalita' di prescrizione su ricetta rossa e dematerializzata in tutto il territorio, passando per una rete capillare assistenziale di fisioterapia in modo tale che l'utenza possa accedere ai servizi ambulatoriali a chilometri zero.
GIMIGLIANO (SIMFER): PRESTAZIONI AMBULATORIALI A KM ZERO - "Le attivita' ambulatoriali di riabilitazione devono essere svolte dai presidi pubblici ambulatoriali e privati accreditati su tutto il territorio nazionale in maniera capillare, in modo che tutti gli utenti possano accedere alle prestazione ambulatoriali a chilometro zero". Cosi' Raffaele Gimigliano, presidente del Simfer, societa' italiana medica di medicina fisica e riabilitazione.
"I pazienti non devono percorrere molti chilometri perdendo tempo per avere questo tipo di prestazione fondamentale- ha aggiunto- visto che la programmazione della sanita' ha sviluppato in maniera importante la medicina territoriale insieme con i medici di medicina generale: questi ultimi prendono in carico il paziente per la totalita' delle problematiche, mentre per quanto riguarda la riabilitazione esiste lo specialista che deve realizzare un percorso riabilitativo adeguato per migliorare la qualita' della vita delle persone".
Una operazione necessaria "soprattutto in questo periodo- ha concluso Gimigliano- dove la cronicita' e la complessita' dovuta alla crescita dell'eta' media aumenta la disabilita'. Per questo noi come societa' scientifica, come universita' e come operatori del settore siamo interessati, alla luce anche dei nuovi Lea, a organizzare al meglio questa attivita'".
(Edr/ Dire)