(DIRE) Roma, 6 feb. - "Un'atroce forma di violenza sul corpo delle donne, delle ragazze e delle bambine". Cosi' Amref Health Africa definisce le mutilazioni genitali femminili (Mgf), che in una nota, alla vigilia della Giornata internazionale, ricorda che solo l'Italia ne accoglie tra le 60 e le 80mila (dati di uno studio dell'Universita' 'Bicocca' di Milano). Per questo Amref, in collaborazione con la Asl Roma 1/Samifo e il Centro di riferimento regionale per il contrasto alle mutilazioni genitali femminili/Ospedale San Camillo-Forlanini annuncia l'avvio a Roma di un progetto che intende prevenire e contrastare la pratica delle Mgf, attraverso attivita' di formazione dei professionisti coinvolti, di empowerment e coinvolgimento attivo delle comunita' migranti e di sensibilizzazione e comunicazione sul tema. Il progetto e' sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.
Amref, presente da 60 in Africa, lavora per sostituire le Mgf con Riti di Passaggio Alternativi (Arp), durante i quali la pratica delle mutilazioni e' sostituita da un cerimoniale che prevede, tra l'altro, la benedizione di libri e quaderni, a significare che l'istruzione e l'empowerment, non il taglio, sono il vero motore di crescita per le future donne africane. Grazie a questi riti, Amref evidenzia di aver salvato ha piu' di 15mila bambine. Quindi, si fa leva su due componenti essenziali: da una parte il diretto coinvolgimento delle comunita' beneficiarie e di chi le guida, dall'altra la stretta collaborazione con i sistemi di salute pubblica. Il nuovo progetto in avvio con la Asl Roma 1/Samifo e il Centro Regionale per il Contrasto alle Mgf si fonda proprio su questa esperienza, puntando sul rafforzamento delle competenze e degli approcci del sistema socio-sanitario italiano e dei suoi operatori. "È necessario informare e formare le persone che entrano in contatto con le donne, dunque ostetriche, ginecologi, medici di base, le varie figure che operano nei consultori" spiega Giancarlo Santone, ASL Roma 1, Responsabile Centro Sa.Mi.Fo.
Infine, Amref ricorda che il diritto europeo sull'asilo stabilisce che sono ammissibili alla protezione internazionale le donne che hanno il timore fondato di essere perseguitate o che sono esposte al rischio di subire il taglio. Anche in questo senso, il contributo del sistema sanitario pubblico ha un ruolo fondamentale. Il Centro di Riferimento Regionale per il Contrasto alle Mgf, partner del progetto, e' istituito presso l'Ospedale San Camillo-Forlanini. Come spiega la responsabile Giovanna Scassellati "Abbiamo redatto delle Linee Guida per il riconoscimento precoce delle vittime di mutilazioni - finanziate dal Dipartimento per le Pari Opportunita' destinate agli operatori dei centri di accoglienza - che a volte mancano di informazioni fondamentali, prima fra tutte quella per cui se una migrante ha subito mutilazione, ha il diritto di richiedere la protezione internazionale".
(Wel/Dire)