(DIRE) Roma, 30 apr. - "La Pediatria di base e' a rischio estinzione. Nei prossimi 10 anni la meta' dei pediatri di famiglia andra' in pensione senza essere rimpiazzata e il numero sara' drasticamente dimezzato: da 7.200 a meno di 3.600". A lanciare l'allarme all'agenzia DIRE e' Giuseppe Gullotta, presidente della Federazione CIPe-SISPe-SINSPe.
"Ogni anno vanno in pensione circa 800 pediatri a fronte di 200 che escono dalle scuole di specializzazione, la situazione e' drammatica. Abbiamo un buon numero di medici che si laureano ma a causa della carenza delle borse di studio, sono troppo pochi quelli che si specializzano. L'aumento indiscriminato dei massimali al Nord e in diverse regioni d'Italia- aggiunge il pediaqtra- si sta dimostrando un rimedio peggiore del male: al Nord i pediatri di base hanno un massimale a 1.600 scelte, il doppio di quelle che abbiamo in Sicilia. Al Sud il massimale non va mai oltre le 900 scelte, mentre in Lombardia siamo a 1.400, in Veneto a 1.200 e in Piemonte a 1.600".
Di recente, in Piemonte, e' stata pubblicata una petizione di ben 75 Primari Ospedalieri. "Hanno lanciato un accorato grido di allarme sulla necessita' di assumere 'con urgenza' medici negli ospedali. Gli stessi hanno fatto notare (e noi la condividiamo) la necessita' che l'Italia abolisca l'obbligo di specializzazione per l'accesso negli ospedali, unico paese d'Europa a mantenere ostinatamente tale obbligo- sottolinea Gullotta- creando l'incredibile paradosso di avere tanti medici neo-laureati che non riescono ad accedere alle specializzazioni, mentre sul territorio e negli ospedali mancano i medici, lasciando domanda e offerta senza possibilita' di incontrarsi. Un paradosso in termini di costi di formazione, carenza di servizi, turni massacranti ai limiti dell'umana resistenza. È incredibile".
Da oltre tre anni la Federazione CIPe-SISPe-SINSPe sta lanciando una proposta in tutte le sedi istituzionali per offrire una soluzione: "Creare un corso triennale abilitante, come del resto avviene nella medicina generale, diretto alla sola pediatria di famiglia. Questo permetterebbe agli specializzandi e ai neo specialisti usciti dalle Universita' di accedere agli ospedali, anche con un obbligo solo triennale, mentre i pediatri che si formano con il corso triennale solo per la pediatria di famiglia andranno direttamente e solamente sul territorio", spiega Gullotta.
I pediatri formati direttamente sul territorio "potrebbero essere individuati e gestiti sui bisogni delle singole regioni, con oneri a loro carico. Regioni come il Piemonte, la Lombardia, l'Emilia Romagna ecc.- continua il medico- hanno dato disponibilita' a valutare e a finanziare il progetto".
Il corso triennale proposto dalla Federazione CIPe-SISPe-SINSPe e' "distinto dalle normali borse di studio, che sappiamo pochissime in proporzione al fabbisogno e che vedono un enorme divario tra Nord e Sud. Regioni come la Sicilia, la Campania e altre hanno una carenza enorme negli organici degli ospedali ma di modesta entita' sul territorio, mentre al Nord la carenza e' altissima sia sul territorio che negli ospedali. Ogni regione, avendo propri bisogni, potrebbe programmare i corsi triennali, formando direttamente i pediatri di famiglia negli ambulatori dei pediatri di base con oneri a loro carico. Per chi lo avesse dimenticato- ricorda il presidente- i pediatri di famiglia svolgono un grande lavoro di prevenzione sul territorio e un filtro enorme per gli accessi impropri ai pronto soccorsi e negli ospedali. Anzi tale filtro andrebbe implementato come e' stato fatto nella Regione Sicilia, dove i punti di primo intervento pediatrico (PPIP) garantiscono il servizio sia il sabato che la domenica, che nei pre-festivi e festivi, su base volontaria dalle 10 alle 20".
(Wel/ Dire)