(DIRE) Roma, 26 apr. - La condizione di vulnerabilita' clinica, e la conseguente necessita' di un approccio specialistico e dedicato all'anziano con particolare riguardo all'ospedale ma senza tralasciare gli altri settings della rete assistenziale sara' il filo conduttore del 32esimo congresso nazionale della Sigot, la Societa' italiana di geriatria ospedale e territorio presieduta da Filippo Fimognari, direttore della Geriatria dell'Azienda ospedaliera di Cosenza che si terra' Roma, dal 3 al 5 maggio.
Il congresso presieduto da Lorenzo Palleschi, direttore della Geriatria dell'Ospedale San Giovanni-Addolorata di Roma e da Francesco Vetta, direttore della Cardiologia dell'Ospedale Israelitico di Rom e' rivolto non solo agli specialisti, ma anche agli altri professionisti del mondo sanitario, internisti, cardiologi, medici di medicina generale che condividono l'interesse per la prevenzione, la cura, il trattamento, la riabilitazione ed il recupero funzionale della persona anziana al fine di garantire un invecchiamento sempre piu' attivo ed in salute.
"L'eta' avanzata - spiega Palleschi - spesso porta con se' vari "acciacchi" che determinano una minor efficienza e una minor capacita' ad autogestirsi (ridotta autonomia personale) con conseguente necessita' di supporto per lo svolgimento delle normali attivita' quotidiane. Questa realta' potrebbe indurre a ritenere che la principale domanda da parte della popolazione della terza e quarta eta' sia prevalentemente di tipo assistenziale e sociale. In realta' i dati sugli accessi in Pronto soccorso e sui ricoveri ospedalieri dimostrano che sono proprio le persone piu' anziane quelle che si ammalano piu' frequentemente e piu' gravemente e che necessitano di cure intensive ad alta complessita', che possono essere fornite solo in ospedali attrezzati".
"Il tema dell'instabilita' - aggiunge Vetta - e' strettamente collegato ad una ridotta capacita' dell'anziano di mantenere un equilibrio omeostatico a fronte di eventi avversi ambientali.
Tale quadro viene magistralmente definito dagli autori anglosassoni con il temine di 'homeostenosis' che ben manifesta il progressivo restringimento della capacita' di mantenere un equilibrio omeostatico. Tale situazione ha riflessi importantissimi per noi cardiologi, visto che condizioni cliniche quali le aritmie, in primis la fibrillazione atriale e lo scompenso cardiaco, che sono in netto incremento rappresentando la pandemia del millennio, sono i principali determinanti sia della homeostenosis che della conseguente instabilita' clinica e trovano adeguato spazio nell'ambito del congresso".
Il presidente Sigot Fimognari sottolinea invece che "l'allungamento della vita media e' una grande conquista dei Paesi evoluti, ma esso ci ha consegnato un crescente numero di pazienti anziani fragili e "instabili", che in varie fasi della loro traiettoria patologica dovranno legittimamente ricorrere all' ospedale, affollando i Pronto soccorso, come ci dicono le cronache di questi mesi. Gli ospedali e i sistemi sanitari devono riorganizzarsi per affrontare questa straordinaria transizione epidemiologica, offrendo al paziente anziano cure adeguate e dignitose in contesti dedicati come i reparti di Geriatria per acuti, e garantendo un' adeguata continuita' con i servizi territoriali".
(Wel/ Dire)