(DIRE) Roma, 11 apr. - Una delle parole piu' cliccate nelle ricerche sul web negli ultimi sei mesi e' 'tumore'. Il termine, negli ultimi 90 giorni, ha registrato un incremento del 30%. Uno dei motivi va individuato nelle dichiarazioni di alcuni personaggi famosi che hanno rivelato di essere stati colpiti dalla malattia o di averla sconfitta. Da un lato l'outing mediatico puo' dare forza agli altri pazienti che stanno ancora affrontando il percorso di cura, dall'altro e' compito dei giornalisti saper trasmettere correttamente i messaggi legati a una diagnosi in grado di cambiare radicalmente la vita della persona. Le nuove frontiere della comunicazione in oncologia sono al centro del IV Corso nazionale per giornalisti medico-scientifici e oncologi organizzato dall'Aiom (Associazione italiana di Oncologia Medica) che si terra' a Milano il 13 e 14 aprile.
"La sete di informazioni in ambito medico-scientifico da parte dei cittadini e' molto alta, soprattutto quando si trattano temi delicati come i tumori- spiega Stefania Gori, presidente nazionale Aiom e direttore del Dipartimento Oncologico dell'Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar-Verona- La rete e' strumento di informazione ma e' indispensabile, ed e' la sfida della nostra societa' scientifica, formare e diffondere conoscenze perche' il web da elemento positivo di apertura e di progresso non sia, in alcune circostanze, megafono di mistificazioni prive di basi scientifiche".
Nell'ultimo decennio infatti sono cambiate le fonti da cui i cittadini ricavano notizie: i telegiornali sono usati abitualmente per informarsi dal 60,6% degli italiani, ma solo dal 53,9% dei giovani. La seconda fonte di informazione e' Facebook con il 35%, nel caso degli under 30 il social network sale al 48,8%. Tra i mezzi utilizzati dai giovani seguono i motori di ricerca su internet come google (25,7%) e youTube (20,7%).
"Negli ultimi anni e' aumentato in modo esponenziale il ruolo dei social network, soprattutto quando la parola chiave da cercare e' 'cancro', con ricadute spesso positive per i malati- continua Gori- I social implicano velocita' nella veicolazione del messaggio, ma il giornalista medico-scientifico non puo' sconfinare in una comunicazione superficiale e ad effetto, perche' si occupa della vita delle persone. Informazione e medicina sono due facce della stessa medaglia, con un obiettivo comune: l'interesse dei cittadini e dei pazienti".
Nella prima giornata del corso saranno affrontati vari aspetti che stanno modificando la comunicazione in oncologia a partire dalle diverse modalita' con cui la stessa notizia viene affrontata dagli oncologi e dalla stampa: le fake news, il fumo di sigaretta e la riduzione del danno e il ruolo dell'alimentazione. Spazio anche alle sfide immediate della ricerca, come la biopsia liquida, che consentira' di individuare in poche gocce di sangue i primi segni del cancro, e i test genetici, che permettono di identificare, in una famiglia che includa uno o piu' membri colpiti da tumore, le persone sane con alterazioni genetiche (Brca) che determinano una predisposizione alle neoplasie del seno e dell'ovaio.
Nella seconda giornata sono previste invece due tavole rotonde: la prima sulle necessita' della cronaca locale e i report dai grandi congressi con un focus sui social media nella lotta al cancro; la seconda sul rapporto fra societa' scientifiche, associazioni dei pazienti e giornalisti.
(Wel/ Dire)