(DIRE) Roma, 10 apr. - "Gli ospedali e addirittura le sale operatorie sono diventate delle trincee, medici, chirurghi e personale ospedaliero dei bersagli da colpire. In una sola giornata ci sono state altre due violente aggressioni a Napoli e Palermo, una addirittura appena fuori la sala operatoria. Esprimo a nome di tutta la categoria la massima solidarieta', in particolare alla collega donna afferrata alla gola. Le aggressioni ai danni dei chirurghi aumentano di anno in anno per numero e per pericolosita'". Lo dichiara Pierluigi Marini, presidente dell'Acoi, Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani.
"Cos'altro deve accadere- si domanda- perche' si prendano provvedimenti per garantire la sicurezza dei chirurghi negli ospedali? I chirurghi hanno l'obbligo di dare informazioni relative all'intervento ai pazienti ed ai loro familiari, anche quando queste sono drammatiche per chi le da' e soprattutto per chi le riceve, ma non si puo' certamente tollerare che cio' si trasformi un un ulteriore rischio professionale. Tra il problema del contenzioso medico-legale e l'aumento della violenza fisica, rischiamo, in tempi brevi- conclude-di non avere piu' chirurghi italiani".
(Wel/ Dire)