Roma, 29 set. - In merito allo sfortunato e tragico esito del trapianto cardiaco effettuato un anno fa presso l'ospedale S. Camillo della Capitale, il presidente dell'Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO), Giuseppe Lavra, chiede grande cautela e senso di responsabilita' a chi interviene sulla dolorosa vicenda, sia per riportare i fatti sia per commentarli e giudicarli. Cio' per non alimentare un generalizzato e ingiustificato discredito sulla professione medica, dannoso prima di tutto per la collettivita' e per l'indispensabile rapporto di fiducia con i pazienti.
"Desta preoccupazione - avverte Lavra - affermare, ad esempio, che non si puo' morire a seguito di un trapianto di cuore, poiche' questo e' in palese contrasto col sapere medico scientifico attuale che ci informa che la mortalita' peri-operatoria, cioe' entro 30 giorni, e' del 10%. Questo tipo di affermazioni - prosegue il presidente dei camici bianchi della Capitale - suscitano inevitabilmente un pericoloso e ingiusto discredito su tutta la professione medica, incrementando cosi' la sfiducia dei cittadini verso i servizi sanitari. Inoltre e al contempo,áaccentuano il sentimento di abbandono e di paura che attualmente vivono medici nell'esercizio dei propri compiti, sentimento responsabile della cosiddetta, e inutilmente costosa, medicina difensiva. A fronte di cronache a volte superficiali e di giudizi non adeguatamente ponderati, come Ordine, posto a tutela sia dei cittadini sia della professione medica, non possiamo non chiederci - conclude Lavra - quale possa essere ora lo stato d'animo dei circa mille cardiochirurghi italiani che quotidianamente entrano in camera operatoria per salvare la vita delle persone assistite".
A tale proposito, l'Ordine di Roma auspica nuovamente che le valutazioni di carattere medico-legale siano considerate dati sensibili e come tali non oggetto di divulgazione a mezzo stampa, quantomeno nella delicata fase di doverose indagini in corso; sempre nella presunzione che in quest'ambito siano rigorosamente rispettati tutti i precetti previsti dal Codice deontologico medico in materia.
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(Wel/ Dire)