(DIRE) Roma, 28 set. - Nuovo rimborso per i medici che si sono specializzati tra il 1978 ed il 2006. La violazione delle direttive Ue in materia (75/362/CEE, 75/363/CEE e 82/76/CEE) stavolta costa oltre 62 milioni di euro allo Stato, condannato a risarcire - in virtu' delle ultime sentenze - 2062 medici in tutta Italia. Consulcesi, impegnata nelle iniziative a tutela dei diritti dei professionisti della sanita', ha consegnato ieri assegni per un totale di 9 milioni e 975mila euro suddivisi tra 285 ex specializzandi di tutto il Lazio, dei quali la maggioranza iscritta proprio all'Ordine di Roma.
La consegna, a cui e' intervento anche il presidente dell'Omceo Roma, Giuseppe Lavra, presso la 'Sala Aldo Moro' di via Campo Marzio, a poche centinaia di metri dal Parlamento. Il momento del rimborso assume anche un valore simbolico per gli ex specializzandi, che ricordando le fatiche associate al periodo di studio e lavoro dell'epoca, possono vivere un momento di riconoscimento dei loro diritti a lungo disconosciuti.
Insieme al tema delle borse di studio negate agli ex specializzandi, il confronto ha affrontato le principali problematiche lavorative che gli operatori sanitari sono costretti ad affrontare costantemente e che minano la tenuta del Servizio sanitario nazionale: turni massacranti, blocco del turnover, imbuto formativo e accesso alla professione. In questo senso, significativo il contributo del Presidente dell'OMCeO di Roma, Giuseppe Lavra: "Un nuovo successo nella vicenda degli ex specializzandi. Mentre mi rallegro per i colleghi che raggiungono questo traguardo- prosegue il Presidente Lavra- non posso non pensare ai giovani medici ed in particolare all'attuale caso delle Scuole di specializzazione: ogni anno si laureano circa 9mila medici che hanno gia' superato l'ostacolo del numero chiuso per l'accesso alla facolta' di medicina; di questi, solo meta' otterra' la borsa di specializzazione, gli altri resteranno in un limbo assurdo e illogico. E il pericolo e' serio, perche' nei prossimi 10 anni dovranno essere rimpiazzati 60mila medici: considerando che sono 130mila i camici bianchi attivi nel Servizio sanitario nazionale, stiamo parlando di quasi la meta' del personale che rischia di non essere sostituito".
All'evento hanno partecipato anche esponenti del Parlamento, nello specifico i senatori Luigi D'Ambrosio Lettieri e Guido Viceconte, entrambi firmatari del Ddl 2400 che propone l'accordo transattivo. In particolare, il senatore D'Ambrosio Lettieri ha spiegato che la nuova ondata di rimborsi in favore degli ex specializzandi "conferma cio' che sosteniamo da tempo, ovvero la necessita' di trovare una soluzione politica alla vicenda mediante l'accordo transattivo proposto dal Ddl 2400. È arrivato il momento che il Legislatore si riappropri del suo ruolo per troppo tempo lasciato nelle mani dei Tribunali, riaffermando quel diritto garantito ora dalle sentenze frutto di un meritevole lavoro portato avanti da Consulcesi". Il senatore Guido Viceconte, membro della VII Commissione (Istruzione pubblica) ha invece annunciato che la prossima settimana presentera' un emendamento per velocizzare l'iter del Ddl 2400 "individuando le copertura senza gravare sugli altri capitoli della sanita', dando cosi' la spinta finale per l'approvazione definitiva".
Un problema, quello dell'emorragia di denaro pubblico, inevitabilmente destinato ad aggravarsi in virtu' delle numerose e crescenti sentenze che confermano il netto orientamento della giurisprudenza a favore dei ricorrenti: per le casse dello Stato, si stima un esborso complessivo superiore ai 5 miliardi di euro.
Andrea Tortorella, Amministratore Delegato di Consulcesi ha affermato: "Tuteliamo i camici bianchi attraverso una visione internazionale e prospettica delle problematiche legate alla loro professione. Da molto tempo richiamiamo l'attenzione delle istituzioni alla ricerca di una soluzione politica della vicenda degli ex specializzandi, che sembrava potesse essere proprio quella proposta attraverso il Ddl 2400. Purtroppo, da questo fronte non arrivano buone notizie e il diritto di migliaia di medici specialisti e' messo a rischio dall'imminente scadenza dei termini prescrittivi. Sebbene i nostri legali- spiega ancora Tortorella- ritengano che in assenza di una norma attuativa, secondo i principi stabiliti dalla Cassazione, i termini di prescrizione non inizino a decorrere, invitiamo i medici specialisti a tutelarsi per far valere il diritto al rimborso, gia' riconosciuto a migliaia di colleghi. Per farlo e' possibile seguire due strade: avviare l'azione legale o produrre un atto interruttivo, ovvero una diffida, nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri competenti. È necessario, comunque, attivarsi entro il 10 ottobre a causa dei tempi tecnici della presentazione dell'istanza".
(Wel/ Dire)