(DIRE) Roma, 5 set. - Il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Giuseppe Lavra, commenta con l'agenzia Dire il momento di confronto avuto con una delegazione di medici di Shanghai. "Sono stati loro a chiederci l'incontro che era gia' stato pianificato da maggio, quando ci hanno richiesto gli atti necessari per ottenere dalla loro nazione il permesso di venire in Italia. Dopo una lunga procedura abbiamo potuto cosi' riceverli".
L'incontro con i medici cinesi e' stato "proficuo- racconta Lavra- si sono voluti informare su vari aspetti del nostro servizio sanitario, in particolare sulle risorse umane e su quella che loro chiamano 'pianificazione', cioe' la programmazione. Ma un'altra materia di loro interesse era quella della valutazione professionale. Abbiamo spiegato loro che il nostro sistema di valutazione e' un po' diverso tra il mondo della dipendenza nel settore pubblico e quello del settore convenzionato: se da una parte esiste in maniera strutturata e normata, dall'altra di fatto viaggia indirettamente sul sistema dell'obbligo dei crediti formativi, pur non essendo direttamente un elemento di carattere valutativo".
I medici capitolini, a loro volta, hanno approfittato dell'incontro per chiedere ai camici bianchi cinesi informazioni su alcuni punti specifici. "Abbiamo cosi' appreso, per esempio, che circa il 10% del loro sistema sanitario e' a carattere privato e questo appare strano visto che stiamo parlando della Cina, cioe' di una Repubblica ufficialmente nota come comunista. Quello che poi ci ha stupito e' che un cittadino cinese che si ricovera in ospedale paga per il 75% i costi della degenza, mentre solo il 25% vengono coperti dal Governo". A Shanghai non si puo' dunque parlare di sistema sanitario solidaristico...
"Esprimere un giudizio in termini solidaristici non e' cosi' semplice- risponde Lavra- noi per esempio come servizio sanitario copriamo il 100%, ma si sa che, di fatto, sull'accesso ai servizi qualche difficolta' la incontrano anche i nostri cittadini. Basti pensare alle liste d'attesa...". Intanto a Shanghai, rispetto a Roma, i medici scarseggiano: "Loro hanno in percentuale la meta' dei nostri medici - fa sapere ancora il presidente dell'Ordine capitolino - a Roma il rapporto tra medici e abitanti e' di circa 1 a 170, mentre nella provincia di Shanghai e' di 1 ogni 350 abitanti".
Un altro aspetto che ha colpito Lavra, e' che nella citta' cinese non esiste una rete "anche minimale delle cure primarie nella medicina del territorio, perche' di fatto come punto di riferimento esterno all'ospedale ci sono solo le farmacie, all'interno delle quali operano evidentemente anche dei medici". Ma come se la 'passano' i camici bianchi a Shanghai? "La prima cosa che hanno detto i nostri colleghi cinesi e' che sono un alquanto stanchi e stressati per il troppo lavoro - riferisce il presidente dell'Omceo Roma- ma hanno anche sottolineato di essere molto ben trattati dal punto di vista della retribuzione economica".
Un punto di forte interesse per la delegazione straniera e' stato quello del sistema formativo dei medici italiani. "Loro hanno un percorso un po' diverso- riassume Lavra- hanno 5 anni di formazione universitaria piu' 3 di perfezionamento in ospedale, poi altri 4 anni per la specializzazione sempre in ambito ospedaliero, per un totale di 12 anni".
Ma c'e' qualcosa che Roma puo' imparare da Shanghai e viceversa? "Ogni confronto e' sempre utile. Ma intanto una cosa e' certa: il loro sistema sanitario, paradossalmente, mi sembra molto piu' vicino a quello americano piuttosto che al nostro. Se tu paghi il 75% delle cure, contraendo peraltro assicurazioni piuttosto costose- conclude Lavra- secondo me tra i due Paesi, cosi' socialmente e culturalmente diversi, alla fine passa poca differenza per quanto riguarda l'assistenza sanitaria".
(Cds/ Dire)