(DIRE) Roma, 31 ott. - "Per il Governo la sanita' non esiste, e se esiste e' in liquidazione". E' laconico il commento alla legge di bilancio in discussione al Senato, di Virginio Bebber, presidente dell'Aris, l'associazione che riunisce oltre 230 istituzioni sanitarie gestite da enti religiosi, in tutto e per tutto equiparate per legge a quelle pubbliche e dunque ad esse legate a doppio filo, "anche se - continua Bebber - il trattamento che ci viene riservato sembrerebbe smentire la legge".
"Figuriamoci poi se a qualcuno passa per la testa di pensare che le istituzioni sanitarie no profit convenzionate sono ormai al collasso e devono mettere comunque mano al rinnovo dei contratti di lavoro per i loro circa cinquantamila dipendenti, con il rischio reale di vederne finire a migliaia sulla strada", prosegue.
Resta il fatto che "una manovra che non pensa ad alcuna forma di sostegno per un comparto giunto ormai al lumicino, come quello sanitario, tetimonia quanto la salute dei cittadini sia cosi' poso considerata dalle Istituzioni, centrali o regionali che siano". Non e' ammissibile secondo Bebber che "alla sanita' la manovra destini solo quanto gia' ampiamente dovuto, quel payback che e' il minimo sindacale in attesa da oltre due anni, e dia il via ad un rimpallo di competenze tra regioni e stato centrale per il finanziamento almeno dei rinnovi dei contratti di lavoro, fermi da otto anni, e per l'innovazione".
Un ping pong che non lascia sperare nulla di buono in questo senso: la legge infatti attribuisce alle regioni un contributo di due miliardi di euro; ma siccome gran parte di loro ha gia' fatto sapere di avere le casse completamente vuote "e' facile prevedere, visto l'andazzo degli ultimi tempi, che i fondi saranno reperiti con ulteriori tagli alla sanita'". Non ci si deve meravigliare dunque se "da piu' parti si denuncia il tentativo (gia' riuscito per la verita') di definanziare la sanita' pubblica, anzi di dare il via alla sua progressiva dismissione, iniziata con la drastica cura dimagrante imposta alle strutture ospedaliere, soprattutto alle convenzionate". E a rimetterci "saranno ancora una volta i cittadini - conclude Bebber - soprattutto i meno abbienti. A dispetto del piano per combattere la poverta'".
(Wel/ Dire)