(DIRE) Roma, 31 ott. - "Gli effetti terapeutici della cannabis non sono ancora stati sufficientemente studiati. Cio' e' vero non solo per le preparazioni che sono state approntate recentemente in Italia ma anche per la maggior parte delle preparazioni derivate dalla cannabis utilizzate nel mondo. Finora esiste un solo farmaco a base di cannabis registrato presso le agenzie nazionali del farmaco, inclusa l'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), e ha come unica indicazione terapeutica il dolore da spasmi muscolari che si manifesta nei pazienti affetti da sclerosi multipla che non rispondono ad altre terapie. Ci si chiedera' perche' questo farmaco ha l'autorizzazione e le altre preparazioni no. Il motivo e' questo: l'azienda che lo ha sviluppato e lo produce ha investito economicamente nella ricerca su questo prodotto. Prodotto a cui e' stato riconosciuto lo status di farmaco grazie ai risultati ottenuti con gli studi clinici". Cosi' il professor Gioacchino Calapai, membro della Commissione per i Medicinali Vegetali dell'European Medicines Agency (EMA) e docente presso il Dipartimento di Scienze Biomediche, Odontoiatriche e delle Immagini Morfofunzionali dell'Universita' degli Studi di Messina, intervistato dall'agenzia Dire in merito al suo intervento alla tavola rotonda sulla cannabis terapeutica, in occasione del 38esimo Congresso Sif (Societa' italiana di Farmacologia), che si e' svolto a Rimini dal 25 al 28 ottobre.
"Nel nostro Paese, dunque- ha proseguito Calapai- gia' dal 2013, anno in cui e' stato autorizzato il farmaco, esiste la possibilita' di curare gli spasmi muscolari nella sclerosi multipla grazie agli effetti della cannabis. Certo, i costi sono significativi, ma si sta cercando di abbassare i prezzi e soprattutto la novita' apportata dalla legge e' che le regioni potranno decidere che i farmaci a base di cannabis siano rimborsati dal sistema sanitario nazionale. È un grande passo avanti e un investimento volto a soddisfare le esigenze dei pazienti".
Intanto la legge sull'uso della cannabis terapeutica ha ricevuto l'ok dalla Camera e aspetta ora di passare al Senato.
"Perche' ha fatto tanto discutere? È sempre un argomento controverso- ha risposto il professore- perche' la cannabis era nota ai piu' soltanto come sostanza d'abuso, cioe' l'uso medico non veniva riconosciuto; quindi e' difficile anche per l'opinione pubblica fare una netta inversione di marcia su questo tema, cambiando velocemente idea. Ovviamente la posizione dei partiti riflette le perplessita' che in molta gente suscita questo argomento".
Calapai, in qualita' di farmacologo, fa parte del gruppo di lavoro del Ministero della Salute che e' stato istituito nell'ambito dell'organismo statale per la cannabis. Ma cosa prevede di nuovo la legge appena approvata alla Camera? "In pratica stabilizza un processo avviato nel 2007- ha spiegato Calapai- poi concretizzatosi con un primo decreto legge uscito nel novembre del 2015, che gia' indicava gli usi medici che il ministero raccomanda per la cannabis. In quel decreto si dice che la cannabis puo' essere prescritta dai medici per alcune indicazioni. Si preferisce parlare di 'uso medico' perche' ci si riferisce ad un prodotto, l'FM2, prodotta dallo Stato Italiano grazie ad un accordo tra I Ministeri della Salute e della Difesa ma che non ha (o non ancora) acquisito, in mancanza di studi clinici, lo status di farmaco. FM2 e' un prodotto a base di cannabis che contiene sia il principio attivo delta 9 tetraidrocannabinolo (THC) che, in una percentuale simile, il composto cannabidiolo. FM2 e' stato reso disponibile dal dicembre 2016".
La cannabis terapeutica viene usata, tra le altre, per la terapia del dolore, nei soggetti refrattari ad altre strategie terapeutiche e, in particolare, per il dolore cronico di tipo neuropatico e per altri usi medici elencati sul sito del Ministero della Salute. "La mancanza di studi clinici su FM2 non deve sorprendere, si tratta di un prodotto sviluppato in tempi abbastanza rapidi per far fronte alle richieste dei pazienti che erano costretti a richiedere individualmente o tramite farmacie i prodotti a base di cannabis, anch'essi privi di informazioni definitive sulla loro efficacia e venduti all'estero (in particolare in Olanda), rispetto ai quali FM2 puo' vantare controlli di qualita' che lo rendono piu' sicuro. Il passo successivo, come si e' detto anche durante la tavola rotonda al Congresso Sif, sara' l'organizzazione di studi clinici che siano rivolti a identificare e stabilire le dosi ottimali per curare i pazienti in modo efficace e sicuro".
(Cds/ Dire)