(DIRE) Roma, 12 ott. - "L'ordine professionale dei Medici, regolato da una legge del dopoguerra, e' certo organismo imperfetto, specchio piu' o meno fedele della societa' politica, e di quella civile. L'articolo 4 del Ddl Lorenzin, nella stesura in discussione alla Camera dei Deputati, va pero' al di la' dell'esigenza di un adeguamento, da tutti condiviso, per proporre elementi negativi che sembrano creati apposta per suscitare sfiducia e conflitti". Questo il giudizio dell'Anaao Assomed sul provvedimento in discussione in Aula alla Camera.
"L'inevitabile bocciatura da parte delle rappresentanze istituzionali della professione esprime, infatti, il rifiuto di una riforma nata in una 'travagliata navetta tra i due rami del Parlamento', nella tenaglia tra il populismo ostile ai corpi intermedi e l'ossessione di normare fino ai piu' minuti dettagli, al di fuori di una idea di sanita' e di professione che rispetti, anche in un contesto sociale profondamente cambiato, il ruolo di chi, come Medici, e' chiamato a garantire la esigibilita' di un diritto fondamentale come la salute dei cittadini. In un quadro politico, inoltre, che favorisce l'emergere in sanita' di una confusione conflittuale di identita' professionali vecchie e nuove, corollario alla svalorizzazione del ruolo e del lavoro medico. Se a prevalere non e' la ragione ma la logica dell'inseguimento delle singole specificita' sociali e parlamentari, nascono ordinamenti scomposti, propri di una societa' frammentata", spiega il sindacato in una nota.
"Alle leggi - prosegue l'Anaao - spetta delineare i principi e le regole del gioco. Si demandino ad atti di rango secondario i compiti di declinare ed adattare ai tempi che cambiano le modalita' attuative, anche quelle riguardanti procedure elettorali. Per le quali la politica, nel necessario adeguamento, non puo' pensare di imporre agli altri quello che non vorrebbe fosse fatto a se stessa, avventurandosi anche in inventive, quali il voto telematico, la cui affidabilita' e' ancora sub iudice".
"La Fnomceo e' organo dello Stato e come tale deve rivendicare per la sua dirigenza un ruolo di interlocuzione dalla politica senza sottrarsi alla apertura del dialogo ed al confronto costruttivo, per evitare di aspettare altri 70 anni un necessario adeguamento normativo. Tanto piu' di fronte ad una categoria alle prese con il peggioramento delle condizioni di lavoro e difficili rinnovi di contratti e convenzioni, ed alla incertezza sulle condizioni della sostenibilita' di un Ssn in progressivo definanziamento in cui il collasso del sistema formativo mette a rischio il futuro dei giovani e la stessa disponibilita' di medici per la sanita' pubblica", conclude la nota.
(Wel/ Dire)