(DIRE) Roma, 12 ott. - Meno costi, servizi migliori. Il digitale nella sanita', ovvero prospettive di sviluppo "enormi", in grado di "sostituire il paradigma dell'assistenza tradizionale in un modello addirittura predittivo e preventivo, consentendo ai servizi sanitari nazionali di operare in modo piu' efficiente e risparmiare grandi risorse". Se ne e' parlato nel corso del convegno 'Sanita' elettronica e processi digitali nel settore della salute', tenutosi a Roma, presso la Sala della Lupa della Camera dei deputati.
L'incontro, organizzato dall'associazione Italian Digital Revolution con il patrocinio dell'Agenzia per l'Italia digitale, dell'Agenzia nazionale per i giovani, di Formez PA, della Regione Lazio e della fondazione 'I Sud del mondo', ha messo in risalto uno scenario nuovo, a partire dalla cartella clinica digitale, strumento indispensabile per modernizzare l'intero sistema e puntare sulle nuove frontiere offerte dal maggiore utilizzo delle tecnologie.
"La sanita' italiana e' a un bivio- ha affermato Mauro Nicastri dell'Agenzia per l'Italia digitale e presidente dell'Aidr - Appare ormai chiaro come l'innovazione digitale sia essenziale per andare verso una sanita' sostenibile". Per fare questo, pero', "occorre accelerare e rimuovere barriere e inerzie all'innovazione cominciando dal valorizzare al meglio le iniziative di successo gia' presenti sul territorio italiano ed europeo. Nei prossimi mesi sara' importante utilizzare con migliori risultati le risorse economiche a disposizione, come per esempio quelle del PON governance 'ICT per la salute', la cui reale disponibilita' dipendera' anche dalla capacita' di programmazione e progettualita'", ha sottolineato Nicastri spiegando anche come sia importante agire "affinche' il SSN e i sistemi sanitari regionali, che vanno resi sempre piu' digitali, possano rispondere alle esigenze di utenti, medici e operatori".
I numeri parlano chiaro: tra poco piu' di trent'anni in Europa gli over 60 saranno il 35% della popolazione. E in Italia la sanita' potrebbe arrivare a un sesto della spesa totale. Anche per questa ragione si rende indispensabile la cura digitale.
Eliminando infatti burocrazia e buona parte della carta a vantaggio di cartelle e ricette elettroniche, porterebbe un risparmio notevole pari a una diminuzione del 10-15 per cento della spesa sanitaria, circa 20 miliardi, ovvero un punto del nostro Pil.
"Una terapia- ha spiegato Andrea Bisciglia, cardiologo e responsabile dell'osservatorio sanita' digitale dell'Aidr- finalizzata soprattutto a migliorare i processi e il flusso delle informazioni fra i diversi attori del sistema (pazienti, medici, farmacisti, terapeuti, ospedali, laboratori e casse malati), ad aumentare la sicurezza, la qualita', l'efficacia delle prestazioni e, non da ultimo, a contenere i costi della sanita'. Cio' pero' presuppone la rimozione di ostacoli che portino all'avvento di strumenti come il fascicolo sanitario elettronico (FSE), la telemedicina con il superamento del problema dell'accesso alla banda larga e della connettivita', la prescrizione elettronica di medicinali e di prestazioni sanitarie. Da non sottovalutare c'e' anche la formazione degli operatori sanitari, la creazione di nuovi LEA, i livelli essenziali di sanita' elettronica, e le questioni di natura normativa sulla mobile health, riguardanti la validazione delle app mediche e sanitarie". In Italia, nel 2016 solo l'1,1% della spesa sanitaria e' stato destinato alla digitalizzazione: 1,27 miliardi, con un calo del 5% rispetto all'anno precedente (1,34 miliardi).
Di contro, sempre nel 2016, l'investimento di 65 milioni sulla cartella elettronica. Insomma, il Belpaese si avvicina con lentezza all'obiettivo del risparmio pubblico e, contemporaneamente, alla crescita delle aziende e al business dei profitti privati.
Ad ogni modo, secondo Maria Rizzotti, senatrice di Forza Italia e vicepresidente vicario della commissione Igiene e Sanita', "gli ultimi mesi del 2017 saranno importantissimi per lo sviluppo della sanita' digitale in Italia. Infatti tutte le Regioni dovranno concludere lo sviluppo dei fascicoli sanitari elettronici e dovranno garantire l'interoperabilita', ma allo stesso tempo si dovra' tener presente che l'utilizzatore finale vuole un sistema facile, immediato, veloce e fruibile da qualsiasi dispositivo. Al fianco di questa crescita tecnologica sara' necessaria una corretta informazione dell'utenza circa le potenzialita' del fascicolo sanitario elettronico". Mentre per Dalila Nesci, deputata e capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Affari sociali, "l'attualita' dell'argomento del convegno risiede nella complessa e complicata digitalizzazione che interessa il sistema sanitario. Per via dell'euro la sanita' e' costretta entro una gestione aziendalistica, di per se' antitetica alla tutela del diritto alla salute, concepita come fondamentale per l'individuo e per lo Stato. In Italia c'e' una sanita' di serie A, una di serie B, una di serie C e una perfino di serie D, a Sud, che riceve minori trasferimenti dallo Stato centrale, malgrado il maggiore bisogno di cure per i pazienti cronici".
PANELLA (REGIONE LAZIO): CON LA DIGITALE MENO COSTI E MIGLIORI SERVIZI - "La sanita' digitale ha sicuramente meno costi, ma prima di tutto ha migliori servizi per i cittadini, maggiori qualita' nell'assistenza e c'e' l'idea che la gente si sposti meno". Non solo: "Anche che le informazioni sanitarie viaggino di piu' e in sicurezza. È una sanita' digitale per migliorare le prestazioni dei medici, sia per facilitare l'accesso e il contatto tra cittadini e strutture sanitarie". È quanto sostiene Vincenzo Panella, direttore generale Salute e Politiche sociali Regione Lazio. Di conseguenza, ha sottolineato Panella, "viene il risparmio, come risultato di una buona organizzazione".
A proposito dei vantaggi che potrebbe portare, Panella ha ricordato che nel Lazio "abbiamo delle esperienze in corso. Come la telerefertazione, l'elettrocardiogramma nelle ambulanze del 118. I pazienti vengono subito trasportati verso il centro radiologico con un elettrocardiogramma refertato direttamente in ambulanza dal medico del centro che poi appunto curera' il paziente". Parliamo quindi di "un accorciamento della filiera e rapidita' piu' alta di accertamenti. In patologie cardiologiche, per esempio, il tempo e' un fattore di successo cruciale, questo puo' significare una riduzione della mortalita', quindi salvare vite".
Il direttore generale Salute e Politiche sociali del Lazio ha poi ricordato: "Abbiamo deliberato una unica rete radiologica regionale, in cui mettiamo in collegamento tutte le radiologie", quindi "tutte le immagini possono essere refertate e consultate a distanza, refertate da uno specialista che e' altrove o consultate dal paziente". Sono cosi' "tempi che si accorciano, si evita anche di ripetere analisi e immagini. Sono quindi tanti motivi che migliorano la qualita' del servizio". Altro motivo e' il progetto 'Escape', "con la possibilita' di poter accedere digitalmente a referti di laboratorio, che sono scaricabili dal web. Lo stesso progetto lo portiamo avanti per i certificati vaccinali". Cosi' "si sono ridotti gli accessi impropri. Con le misure fatte si e' dimostrato che i pazienti monitorati a distanza con trasmissioni via cellulare, si sono ridotti gli accessi al Pronto Soccorso e dal medico specialista". Panella ha quindi ricordato un 'esperimento' fatto "con i medici di base di Fiumicino: abbiamo stimato che si sono ridotte del 28% le prestazioni specialistiche e si sono ridotti anche gli accessi al Pronto Soccorso in maniera piu' o meno uguale".
(Wel/ Dire)