(DIRE) Roma, 24 nov. - La Medicina e l'Odontoiatria possono essere terreno fertile per infiltrazioni mafiose e criminali in genere? A rilevare le attivita' potenzialmente a rischio in tal senso, e a portare dati sui procedimenti disciplinari direttamente o indirettamente ascrivibili a reati di mafia, e' stata oggi, di fronte alla Commissione bicamerale Antimafia, la Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), Roberta Chersevani.
"Mentre per quanto di competenza delle Commissioni disciplinari in seno alla Federazione Nazionale - ha affermato Chersevani, ricordando come siano di competenza della Fnomceo i procedimenti a carico dei componenti i Consigli Direttivi o i Collegi dei Revisori dei Conti degli Ordini provinciali - non risultano - nel periodo che va dal 2012 al 2017 - essere stati mai avviati procedimenti disciplinari per fatti o comportamenti direttamente o indirettamente ascrivibili a reati di mafia, riguardo ai procedimenti disciplinari incardinati in ciascun Ordine provinciale, la Federazione Nazionale non e' in possesso di tali dati e, ancor meno, della relativa documentazione".
La questione e' che l'Albo nazionale, tenuto dalla Fnomceo ai sensi del DPR 137 del 7 agosto 2012, prevede si' l'annotazione dei provvedimenti disciplinari irrogati agli iscritti dagli Ordini provinciali, ma senza alcun riferimento alla tipologia delle violazioni deontologiche. "Cosi' come gia' fatto per i procedimenti sui vaccini - ha dichiarato Chersevani - chiedero', al prossimo Consiglio nazionale di dicembre, a tutti i presidenti d'Ordine di fornire alla Fnomceo l'elenco dei procedimenti avviati per comportamenti direttamente o indirettamente ascrivibili a reati di mafia".
Altra criticita' segnalata anche oggi, la carenza di comunicazione tra le Procure, da un lato, e gli Ordini provinciali e la Fnomceo dall'altro, circa la sussistenza e l'esito dei procedimenti penali a carico degli iscritti agli Albi. "Piu' volte abbiamo segnalato la questione alle Autorita' competenti, sia come Fnomceo sia come Commissione nazionale Albo Odontoiatri - ha spiegato Chersevani - ma senza ottenere un flusso informativo piu' fluido e continuo. Questo pone gli Ordini in una grave difficolta', sia perche' il procedimento disciplinare deve iniziare d'ufficio a seguito di un procedimento penale, sia perche' gli Ordini hanno l'obbligo di inviare entro tre giorni un'allerta a livello europeo, tramite il sistema IMI, sui provvedimenti che limitano o vietano l'esercizio della professioni in Italia, compresi quelli che derivano da una pronuncia giudiziaria. Ma se queste comunicazioni da parte delle Autorita' Giudiziarie, anche se richieste dagli Ordini, non pervengono, diventa estremamente difficile lo svolgimento delle procedure disciplinari, ingenerando, tra l'altro, nell'opinione pubblica l'erronea percezione che gli Ordini non vogliano agire".
Ma quali sono i fattori di rischio? Secondo quanto esposto dalla Fnomceo, gli stessi che predispongono, in generale, alla corruzione e all'illegalita'.
"La prevenzione e la lotta alla corruzione e alla illegalita', che sembrano trovare un terreno particolarmente fertile in sanita' - si legge infatti nel Testo dell'audizione, che alleghiamo integralmente - devono avvenire tramite un costante comportamento corretto di tutti gli attori coinvolti: i rappresentanti della politica, gli addetti ai media, gli studiosi e ricercatori, gli amministratori della sanita', i medici e il personale sanitario tutto e infine anche i pazienti. Ciascuno nel proprio ambito deve agire in modo da non compromettere mai quelle peculiarita' del servizio sanitario che comprendono la salute, il rischio, la sostenibilita', i diritti e l'integrita'. Quando si pensa alla corruzione non va considerato solo un vantaggio di tipo economico ma anche un qualsiasi vantaggio privato che non tiene conto dell'interesse pubblico. Tante sono le forme di illegalita' in sanita': da false fatturazioni, a fatture contraffatte, da false certificazioni al comparaggio, da prestazioni sanitarie dolose a quelle inutili, da rimborsi non veri al nepotismo, senza scordare l'assenteismo. La corruzione puo' avere un impatto di tipo economico, ma anche clinico e di appropriatezza, sulla sicurezza dei pazienti e sulla reputazione e onorabilita' di chi e' coinvolto. Costi indiretti sono la perdita di fiducia, il danno all'immagine pubblica, un rallentamento all'innovazione, un danno soprattutto ai soggetti piu' fragili, che si affidano al servizio sanitario".
(Wel/Dire)