(DIRE) Roma, 23 nov. - Il parere contrario espresso ieri dalla Corte Costituzionale che ha dichiarato non fondate tutte le questioni prospettate nei ricorsi della Regione Veneto sull'obbligo vaccinale rappresenta un importante atto di tutela verso l'equita' di accesso alla prevenzione per tutti i cittadini italiani e riporta il dibattito nei binari descritti dal Legislatore. Il decreto legge (D.L.) n. 73, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 130 del 7 giugno 2017, convertito con modifiche nella legge n. 119 del 31 luglio 2017 ha suscitato le piu' svariate considerazioni e valutazioni, ma poco spazio e' dedicato a un aspetto molto importante ovvero l'importanza di disporre di una legge che sanasse le incredibili e spesso ingiustificabili disparita' di offerta vaccinale nelle diverse regioni italiane, non di rado tra Asl della stessa regione.
Grazie alla presenza delle vaccinazioni nei Lea (livelli essenziali di assistenza), grazie all'obbligo vaccinale per la frequenza scolastica per 10 vaccinazioni e grazie all'offerta attiva e gratuita dei vaccini antimeningococco B e C, antipneumococco e antirotavirus sembrava ragionevolmente raggiunta l'opportunita' di poter garantire a tutti i bambini in Italia le stesse vaccinazioni con un comune calendario vaccinale". Cosi' in un comunicato la Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale e la Sip, Societa' italiana di Pediatria.
"Purtroppo nei primi mesi di vita del DL, alcune regioni hanno usato i margini d'azione loro garantiti per tornare a differenziare le politiche vaccinali in base a criteri e valutazioni non sempre chiari ma capaci di rendere nuovamente possibili significative disparita' nell'offerta vaccinale a seconda della residenza. In alcune regioni si sta realizzando, ad esempio, la paradossale situazione che la scelta del vaccino non venga attuata a livello degli organismi scientifici, su criteri da questi validati, bensi' da organismi amministrativi che si spingono anche a definire criteri che appaiono quanto meno discutibili. Questo non solo porra' il problema immediato del completamento del calendario vaccinale per quelle famiglie che si sposteranno da una regione all'altra ma, soprattutto, portera' inevitabilmente a ripristinare un'iniqua offerta di salute nelle diverse regioni italiane i cui cittadini si vedranno proporre interventi di prevenzione sulla base di scelte dettate non dal perseguimento di obiettivi di salute ma da meri criteri economicisti che orienteranno la scelta verso il risparmio del momento (il vaccino che costa meno). Questo atteggiamento porterebbe ben presto le Aziende a produrre vaccini piu' economici anche se meno efficaci. Ben altro criterio sarebbe- e ben altro scenario realizzerebbe- l'offrire invece il vaccino piu' moderno, piu' completo, piu' efficace (scelta auspicabile). In ogni caso, se i criteri di scelta dei vaccini non verranno condivisi e resi omogenei in tutta Italia, l'equita' dell'offerta vaccinale restera' purtroppo un obiettivo impossibile", concludono Fimmg e Sip.
FIMP: "OTTIMA LA DECISIONE DELLA CONSULTA" - "La Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) accoglie con favore la recente decisione della Corte Costituzionale sui vaccini. Nel respingere il ricorso del Veneto la Consulta ha giustamente ribadito la necessita' dell'obbligo vaccinale che deve essere applicato a tutti i cittadini al di la' della Regione in cui risiedono". E' questo il commento di Giampietro Chiamenti, presidente nazionale della Fimp. "La nostra Federazione, dal 2003 ha sostenuto la necessita' di superare il federalismo vaccinale e ha da sempre auspicato un calendario vaccinale unico in tutta Italia - afferma Chiamenti -. In una fase consolidata di tassi vaccinali sopra il livello che permetteva il controllo epidemiologico delle malattie infettive sostenne con convinzione la legge di sospensione dell'obbligo promulgata dalla Regione Veneto, ritenendo che la strategia della convinzione fosse da preferire a quella della costrizione e dell'obbligatorieta', considerando che il livello culturale della popolazione fosse oramai maturo e auspico' che la sospensione dell'obbligo si potesse estendere anche alle altre regioni. Purtroppo la crescente ingiustificata disaffezione della popolazione dalle vaccinazioni e il rischio del ritorno delle malattie infettive ci ha indotto a ritenere corretta l'adozione di una legge Erga omnes sull'obbligo vaccinale, almeno finche' i dati consolidati non dimostreranno una inversione di tendenza".
"Per questo motivo - prosegue Chiamenti - in una situazione come quella attuale, con i rischi per la salute di tutti ed in particolare delle persone piu' esposte alle malattie per cause contingenti, la scelta del Governo di fare una legge che estende ed amplia l'obbligo delle vaccinazioni ci trova assolutamente d'accordo. La legge, approvata la scorsa estate, rappresenta un elemento di coscienza civica che garantisce la salute anche ai piu' deboli Auspichiamo che tutte le Istituzioni italiane, sia locali che nazionali, difendino ed applichino un provvedimento importante che ha l'obiettivo di preservare da determinate malattie milioni di persone residenti nel nostro Paese, almeno fino a quando sara' necessario in base ai nuovi dati di copertura. Auspichiamo anche che la tutela della salute non diventi terreno di scontro per battaglie politiche o elettorali ma si mantenga nell'ambito delle scelte su basi scientifiche documentate. Infatti al di la' delle leggi e degli obblighi c'e' un estremo bisogno di una corretta informazione su questo delicato tema".
"I pediatri di famiglia Italiani sono i primi consiglieri dei genitori, e laddove, come in Toscana, ci e' stato permesso di vaccinare direttamente i nostri assistiti tramite un accordo regionale si possono gia' vedere i risultati incoraggianti di una ripresa della fiducia nelle vaccinazioni - prosegue il presidente della Fimp -. La sfida lanciata da movimenti NO VAX si puo' vincere infatti convincendo gli esitanti e applicando una buona organizzazione che elimini le attese e le disfunzioni e si affianchi ad una grande operazione culturale che convinca le famiglie piu' scettiche sull'assoluta sicurezza e necessita' delle vaccinazioni".
"Noi pediatri di famiglia consapevoli del ruolo affidatoci nella cura e prevenzione dei bambini e adolescenti intendiamo agire nell'ambito del rapporto fiduciario mettendoci a disposizione dei genitori in piena consapevolezza della delicatezza del momento e della complessita' del compito che ci viene richiesto. Da anni siamo in prima linea nel favorire il ricorso a questi presidi sanitari salva-vita. Per questo, al di la' della nuova legge - conclude Chiamenti -, continueremo nella nostra opera di sensibilizzazione verso la popolazione e intervento attivo quando ci viene richiesto".
(Wel/Dire)