(DIRE) Roma, 21 nov. - "Gli ospedali italiani oggi sono sovraccarichi di funzioni improprie. La medicina generale e' l'unica ancora di salvataggio del servizio sanitario nazionale che altrimenti rischierebbe di collassare per gli elevati costi delle cure specialistiche. Chiediamo un cambio totale di paradigma nella distribuzione delle risorse. Vanno rotti i cosiddetti 'silos economici' che determinano l'allocazione dei fondi solo in base al valore economico dei singoli comparti. Va cioe' ribaltata la logica degli investimenti, rinforzando gli interventi sulla salute e sulla malattia a media e bassa intensita' di cura. Il sistema sanitario e' un continuum e il riassetto deve essere globale". Al 34esimo Congresso Nazionale della Societa' Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg), che si svolgera' a Firenze dal 30 novembre al 2 dicembre, uno dei temi centrali e' rappresentato proprio dagli strumenti in grado di salvare il servizio sanitario.
"Esiste una zona grigia, una terra di nessuno, che non e' coperta da nessun investimento: e' quella che si colloca fra l'ospedale e il territorio - spiega Claudio Cricelli, presidente nazionale Simg -. È necessario agire in questa zona: solo cosi' possiamo vincere la scommessa della tutela della salute degli italiani grazie alla prevenzione, alla diagnosi precoce e all'immediata presa in carico dei cittadini. Ogni volta che una condizione potenzialmente critica diventa malattia e costringe il cittadino a rivolgersi a una struttura specialistica, abbiamo perso la 'scommessa' perche' i costi della patologia raddoppiano o addirittura triplicano. Questa e' la vera causa che rischia di portare al collasso l'intero sistema".
La medicina generale si muove verso il concetto di qualita' della prestazione e misurabilita' dei risultati. "Se aumentiamo l'efficienza e l'efficacia dei nostri interventi, spostiamo in alto il livello di presa in carico dei pazienti migliorando anche l'efficienza degli ospedali - continua Cricelli -. È un fenomeno solo apparentemente paradossale, perche' in questo modo liberiamo le cure specialistiche da incombenze inappropriate di cui sono state sovraccaricate negli ultimi anni. In realta' gli ospedali dovrebbero occuparsi solo della fase acuta di malattia e dell'alta intensita' di cura. Il mantenimento della salute e del benessere dei cittadini, grazie anche alla prevenzione, e la media e bassa intensita' di cura sono invece compito della medicina generale".
"Non possiamo pero' continuare a subire limitazioni nella prescrivibilita' dei farmaci innovativi perche' abbiamo dimostrato che l'uso corretto delle terapie determina una diminuzione della spesa in altri settori - sottolinea Cricelli -. Altrimenti rischiamo che aumenti il numero dei malati gravi, con costi che vanno anche da un minimo di 5 a 30 volte di piu' per singola patologia. È assurdo che vi siano ancora ostacoli alla prescrivibilita' dei farmaci innovativi soprattutto per le patologie croniche che sono diventate il banco di prova della sostenibilita' del sistema sanitario".
Al Congresso nazionale Simg saranno piu' di 3.000 i partecipanti. Saranno approfondite le principali patologie che colpiscono milioni di cittadini come ipertensione, diabete, osteoporosi e depressione. "Alcune sessioni del Congresso saranno dedicate alle tecniche di base che devono far parte del patrimonio di ogni medico di medicina generale - conclude Cricelli -. Molti si attribuiscono il titolo di custodi dell'assistenza primaria, in realta' quest'ultimo e' un concetto superato. Noi siamo clinici interdisciplinari delle cure primarie. L'assistenza primaria e' un 'affare' burocratico che appartiene al passato, frutto di una visione di tipo territoriale gerarchicamente eterodiretta. Siamo a favore di una sanita' pubblica in cui le scelte siano dominate dai concetti di efficienza, economicita' e misurabilita' dei risultati".
(Wel/ Dire)