(DIRE) Roma, 17 nov. - "È una di quelle 'vittorie' che devono essere ascritte a piu' persone, istituzioni e associazioni, oltre che all'attivita' svolta dalla CAO nazionale". Cosi' in una nota il presidente della Commissione Albo Odontoiatri (CAO) nazionale, Giuseppe Renzo, che commenta l'approvazione, nella seduta notturna della Commissione Bilancio del Senato del 14 novembre, di un emendamento al cosiddetto "Decreto Fiscale" che estende l'equo compenso a tutti i professionisti, compresi quelli iscritti agli Ordini e Collegi professionali.
"L'emendamento- continua Renzo- recepisce le numerose istanze della CAO nazionale, che ha intrattenuto una fitta corrispondenza con il senatore Maurizio Sacconi, presidente della Commissione Lavoro, e con il relatore senatore Bachisio Silvio Lai, per sollecitare l'introduzione di standard retributivi minimi per tutte le professioni intellettuali e in particolare per quelle della Salute".
"Sull'approvazione del maxiemendamento interamente sostitutivo del ddl 2942 di conversione in legge del decreto-legge n. 148, in materia finanziaria e per esigenze indifferibili (c.d. decreto fiscale, con scadenza il 15 dicembre), che recepisce le modifiche apportate dalla Commissione Bilancio, il Governo- prosegue- ha posto la questione di fiducia. Una volta approvato dal Senato, il provvedimento dovra' tornare alla Camera dei Deputati. Prossimo e naturale passo auspicato dalla Cao nazionale, il Tariffario minimo".
"Si tratta di un percorso che non puo' non continuare con la riformulazione del Tariffario minimo- spiega infatti Renzo- argomento ulteriormente puntualizzato nelle diverse comunicazioni fornite e inviate all'autorita' parlamentare e ministeriale, quale elemento posto a tutela del cittadino e a garanzia della qualita' delle cure mediche e odontoiatriche".
"Il Tariffario minimo- conclude- non deve essere considerato come mera tariffa economica delle prestazioni ma come un elemento di rispetto delle indicazioni fornite anche dalla recente Sentenza della Corte di Giustizia Europea, sez. III (C-339/15 del 4 maggio 2017), che ha ribadito che, cito testualmente, 'tenuto conto del rapporto di fiducia tra il dentista e il paziente, si deve ritenere che la tutela della dignita' della professione di dentista sia parimenti tale da costituire un siffatto motivo imperativo di interesse generale".
(Wel/ Dire)