(DIRE) Roma, 9 nov. - "Sono molto felice che quest'anno sia stato scelto un argomento che incide cosi' tanto sulla vita dei nostri concittadini come la radiologia di emergenza. 40 anni fa la radiologia era una disciplina di aiuto che permetteva di convalidare una diagnosi gia' posta. Oggi non e' piu' cosi' con 110 mln di indagini effettuate annualmente in Italia, il Radiologo e' chiamato in prima persona a fare una diagnosi in tempi brevi e contribuire a salvare vite". È il commento di Carmelo Privitera, presidente Societa' Italiana Radiologia Medica e Interventistica, al termine del' International Day of Radiology di Milano, organizzato dalla Sirm, a Milano.
"Il team dei radiologi di emergenza - ha spiegato Privitera - assicura competenze sinergiche per coprire a 360 gradi le esigenze diagnostiche nei Pronto Soccorso. Interviene nei tempi piu' brevi possibili con le indagini radiologiche piu' appropriate, contenendo al massimo le dosi di radiazioni erogate al paziente. Il radiologo clinico attraverso l'appropriatezza delle indagini ottimizza il percorso diagnostico, completandolo con quello terapeutico interventistico, fondamentale per una piu' favorevole prognosi del paziente. Dobbiamo organizzarci bene sul territorio. I radiologi ci sono, ma l'organizzazione dei dipartimenti non e' sempre calzante con le emergenze del cittadino".
"È vero - ha continuato il presidente Sirm - che c'e' una propensione alle indagine non necessarie, ma deve esserci comunque il presidio necessario a tutelare il cittadino. Da qui un messaggio per chi ci amministra: organizzarci meglio, con strutture piu' valide e professionalita' che coprano tutte le esigenze. Tutto cio' oggi esiste solo a macchia di leopardo nel nostro paese con ancore troppe disparita' tra le regioni. Eppure i tempi di afferenza al Pronto Soccorso sono fondamentali per i buoni risultati e per salvare vite".
Roberto Grassi, presidente eletto Societa' Italiana Radiologia Medica e Interventistica ha invece puntato i riflettori sulla campagna della Sirm per la locazione dei presidi di secondo livello sul territorio. "Dobbiamo evitare il passaggio da un presidio ad un altro piu' attrezzato. Un passaggio - ha detto - che spesso prende piu' di un'ora, rendendo non trattabili le emergenze piu' gravi per cervello, cuore, addome. Il numero dei radiologi non e' ancora congruo se questo piano dovesse partire oggi. La Sirm spinge sulla formazione dei radiologi, ma e' indispensabile un interlocutore politico che stabilisca il numero e individui i presidi di intervento".
Un plauso all'Italia, la prima nazione in Europa a dare rilievo alla radiologia e' arrivato da Antonio Rotondo, presidente Fidesmar (Federazione italiana delle societa' mediche dell'area radiologica, che riunisce le 5 principali associazioni e realta' scientifiche del comparto). "In Italia - ha sottolineato - risultati ottimali che si ribaltano automaticamente sulla radiologia di emergenza. La definizione di Golden Award, il tempo che percorre dal momento dell'accidente al momento dell'arrivo nella struttura in cui il paziente viene trattato pero' puo' variare. La societa' scientifica con un approccio intellettuale dovrebbe fare chiarezza sui tempi di intervento delle varie tipologie di traumi. E' necessario creare un modello olistico uguale per tutti".
"Oggi - ha concluso Marco Bartolini, presidente Sezione Radiologia Urgenza Emergenza Sirm - la sfida di far crescere la radiologia di emergenza si sta spostando dal versante culturale all'aspetto organizzativo e funzionale. La Radiologia diventa il cuore della rete diagnostica nazionale".
(Wel/ Dire)