(DIRE) Roma, 6 mar. - Oltre 1.643.239 inviti agli screening oncologici della Regione Lazio recapitati nel 2016, in aumento rispetto ai 900.842 del 2013, e 447.021 test effettuati nel 2016 contro i 275.599 del 2013. Un risultato che ha permesso già nel 2015 il raggiungimento della soglia Lea per i programmi di screening riguardanti i tumori della mammella, dato confermato e superato anche nel 2016, mentre per la prima volta è stata raggiunta la soglia Lea anche per l'attività di screening riguardante i tumori della cervice uterina (o collo dell'utero). Resta da centrare l'obiettivo della soglia Lea per il colon retto, dove dal 2013 al 2016 si è ottenuto un incremento dal 6% al 20%, vicino al raggiungimento della soglia Lea fissata al 25%.
Sono alcuni dei dati presentati questo pomeriggio nella sala Tirreno della Regione Lazio, alla presenza del governatore Nicola Zingaretti, del sub commissario alla Sanita', Giovanni Bissoni, e del responsabile della cabina di regia della Sanita', Alessio D'Amato. Diminuire la mortalità specifica per i tumori (soprattutto di quelli alla mammella) e abbassare l'incidenza delle lesioni neoplastiche (a cervice e colon retto), sono i principali obiettivi degli screening oncologici che per essere efficaci devono raggiungere l'intera popolazione bersaglio e garantire una adeguata partecipazione al test. Gli screening vengono promossi ogni anno dalla Regione Lazio, spiega una nota, e nel 2016 hanno fatto registrare dati estremamente incoraggianti.
I programmi riguardano: i tumori della mammella per la popolazione femminile con età compresa tra i 50 e i 69 anni, con una prima chiamata ai 50 anni e richiamo ogni 2 anni; i tumori del colon retto per la popolazione maschile e femminile con età compresa tra i 50 e 74 anni con richiamo ogni 2 anni; i tumori della cervice uterina per la popolazione femminile con età compresa tra i 25 e 64 anni con richiamo ogni 3 anni nel caso del pap-test. Dal 2016, come previsto dal Piano Regionale di Prevenzione 2014-2018, si sta gradualmente introducendo il test HPV-DNA come test primario che porta il periodo del richiamo a 5 anni.
Nell'ambito di questi percorsi il cittadino viene chiamato dalla ASL di residenza attraverso una lettera di invito per effettuare il test che se risulta essere sospetto o positivo porta il soggetto ad un approfondimento diagnostico fino all'eventuale trattamento chirurgico nelle strutture di riferimento. Le campagne di screening sempre più capillari hanno portato all'aumento delle diagnosi precoci: da 624 (2013) a 776 (2016) per il tumore alla mammella, mentre per il colon retto (adenoma avanzato) i numeri vanno da 176 (2013) a 1.754 (2016) e per il colon retto (adenoma iniziale) da 194 (2013) a 795 (2016). La prevenzione resta dunque la strada migliore da seguire nella battaglia ai tumori, in questo senso la Regione ha proceduto anche a uniformare la cartellonistica in tutte le Asl.
(Wel/ Dire)