(DIRE) Roma, 2 mar. - Il personale sanitario assunto a tempo indeterminato nel sistema sanitario regionale ha perso 11.494 unità in 11 anni passando dai 54.727 lavoratori del 2006 ai 43.233 del 2016. Per questo i sindacati, tra cui Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fp, hanno oggi hanno lanciato un'iniziativa chiamata 'Codice rosso per il Lazio'. Annunciando la possibile proclamazione di uno sciopero dopo il 23 marzo.
A presentare dati e prossime azioni sono stati i segretari di Cgil e Cisl Natale Di Cola e Roberto Chierchia, e Roberto Bonfiglio per la Uil e Guido Coen Tirelli per Anaao Assomed.
Durante il commissariamento la sanità del Lazio ha perso dunque il 21% della sua forza lavoro, così distribuita: -35% Asl Rm1, -27% Asl Rieti, -26% Asl Latina, -25% azienda San Camillo-Forlanini, -24% Ifo, -22% azienda San Giovanni, - 22% Asl Frosinone, -22% Asl Rm2, -21% Asl Rm6, -19% Asl Rm5 e Asl Rm3, -16% Ares 118, -12% Asl Rm4, -11% Asl Viterbo e -10% Istituto Spallanzani.
Inoltre, fanno sapere i sindacati, anche nell'ultimo anno il saldo è negativo di 1.361 unità mentre si rischia, tra il 2017 e il 2018, di perdere altri 2.700 operatori qualora il Governo imponesse 300 assunzioni contro i 3.000 pensionamenti in arrivo.
"Sono numeri devastanti- ha commentato Chierchia- il servizio è a rischio già ora ma se il trend non avrà uno stop dall'anno prossimo non potremo più chiamare pubblica la nostra sanità. Siamo preoccupati nei confronti dei cittadini del Lazio e da oggi torneremo in stato di agitazione. Abbiamo convocato un'assemblea il 23 marzo durante cui, senza risposte da parte dei ministeri competenti e della Regione, sarà proclamato lo sciopero".
"Questa emergenza- ha invece aggiunto Di Cola- causa il malfunzionamento della nostra sanità e un ulteriore carico per il personale con una perdita della qualità e della quantità dei servizi offerti. E' in atto uno scontro tra Regione e ministero della Sanità. Erano previste 3.000 assunzioni ma a gennaio è arrivata la doccia fredda del Mef che con un cavillo della Finanziaria ha ridotto le assunzioni a 300. Questa manovra sbarra la porta alla stabilizzazione dei precari e dà un colpo di grazia ai servizi regionali. Speriamo di non dover proclamare lo sciopero il 23 marzo, ma senza risposte sarà inevitabile".
Bonfiglio ha infine ricordato come sia "profondamente sbagliato applicare alla sanità un calcolo ragionieristico. Il paziente non è un numero è ognuno ha le sue esigenze e necessità di un certo numero di personale".
Insindacati chiedono infine alla Regione Lazio di fare chiarezza ed esercitare una vera governance sulle aziende. "Delle poche deroghe possibili fatte sulle assunzioni, ovvero 600 persone- ha aggiunto Chierchia- non ne sono state fatte più di 200". In alcuni casi sono stati inspiegabilmente banditi concorsi prima delle procedure di stabilizzazione e senza seguire i Dca varati da Zingaretti.
Per tutti questi motivi il 23 marzo si terranno gli Stati generali della sanità pubblica del Lazio. In quella sede sarà deciso se e quando proclamare lo sciopero.
(Wel/ Dire)