(DIRE) Roma, 31 mag. - "L'applicazione del Dm 70 mostra di fatto alcune importanti criticità. La prima? L'estrema rigidità del criterio che vincola la programmazione ospedaliera regionale nel rapporto con gli erogatori privati per i quali, alcuni indicatori, non sono idonei a verificarne la effettiva qualità. Per questo il Decreto deve essere revisionato, proprio per renderlo più elastico nella sua implementazione". È questo il messaggio lanciato da Gabriele Pelissero, Presidente nazionale Aiop, nel corso dell'Assemblea Generale dell'Aiop, l'Associazione dell'Ospedalità privata, organizzata a Palermo e dedicata appunto al Dm 70/15.
Le criticità. Per l'ospedalità privata, il Dm 70, che riorganizza la rete ospedaliera nazionale individuando criteri omogenei sul territorio nazionale stabilendo nuovi standard ospedalieri per pubblico e privato, suscita ampie perplessità per la sua "rigidità e per la sua concezione centralista, che tende a limitare l'autonomia regionale e le scelte di cura dei cittadini. Il decreto non appare, altresì, orientato a favorire il pluralismo degli erogatori ed attua una visione particolarmente penalizzante per le piccole strutture ospedaliere, limitatamente a quelle di diritto privato".
Ancora di più preoccupa che i criteri in stabiliti "non tengano conto dell'adattamento alle differenti realtà regionali, impongano specialità previste secondo bacini d'utenza rigidi senza un'analisi dei flussi dei pazienti, impongano un numero minimo di posti letto per acuti diverso rispetto ad altre realtà europee, senza la certezza di una reale alternativa di cura territoriale. Inoltre, non assicurano una gradualità del processo di riorganizzazione secondo il modello hub and spoke e non considerano le numerose realtà sanitarie intermedie frutto anche di investimenti sostanziosi. Per questi motivi l'Aiop ha voluto approfondire il tema, interrogandosi sulla reale applicabilità del Dm 70/15 e sull'opportunità di contribuire a un'auspicabile ed adeguata "manutenzione" della legge, soprattutto in merito alla necessità di introdurre elementi di elasticità applicativa e momenti di revisione condivisa dai diversi operatori.
"Nell'intenzione del legislatore il Dm 70/15 avrebbe dovuto rendere prioritarie la definizione sull'intera rete nazionale di standard qualitativi sicuri e una riorganizzazione tesa ad un uso appropriato delle risorse disponibili - ha affermato Pelissero - tuttavia, la sua applicazione, nel vivo delle realtà sanitarie italiane, ne ha mostrato alcune importanti criticità, prima fra tutte l'estrema rigidità del criterio che vincola la programmazione ospedaliera regionale nel rapporto con gli erogatori privati per i quali, alcuni indicatori, non sono idonei a verificarne la effettiva qualità. Aiop, quindi - continua il Presidente - auspica che il regolamento Balduzzi possa essere revisionato, al fine di renderlo più elastico nella sua implementazione e dare la possibilità a ciascuna Regione di tenere conto delle peculiarità locali e della importante componente privata, che rappresenta una risorsa che non va dispersa, in quanto promotore di efficienza e servizi in tutto il Paese nell'interesse dei cittadini".
(Wel/ Dire)