(DIRE) Roma, 29 mag. - Si chiama Kevin, ha un mese e mezzo di vita e sta bene il primo nato al Bambino Gesù. Il parto eseguito presso l'ospedale pediatrico della Santa Sede è stato possibile grazie al via libera della Regione Lazio e alla convenzione siglata con l'ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma, un'eccellenza nel campo dell'ostetricia dove si effettuano circa 5mila parti l'anno. Il piccolo, venuto alla luce l'8 aprile scorso, era affetto da ernia diaframmatica congenita ad alto rischio, una patologia rara e complessa che richiede un'assistenza altamente specialistica al momento della nascita per scongiurare il pericolo di morte. In sala operatoria era presente un'équipe mista composta da anestesisti, chirurghi neonatologi, ginecologi e infermieri del Bambino Gesù e da anestesisti, ginecologi e ostetriche del San Pietro.
UN PUNTO NASCITA PER BAMBINI AD ALTO RISCHIO - Il Bambino Gesù copre tutte le specialità mediche e chirurgiche pediatriche, compresa la diagnostica prenatale e la ginecologia, ma non ha un reparto di degenza ostetrica. Con l'autorizzazione della Regione Lazio e l'accordo con il San Pietro, diventa a tutti gli effetti un punto nascita per i casi ad alta complessità che possono richiedere interventi in emergenza. Con l'intesa - siglata a marzo 2017 - si ottimizzano i tempi del parto, evitando a nascituri particolarmente vulnerabili i rischi del trasporto da una struttura all'altra e si rendono immediatamente disponibili, in un'unica sede, tutte le possibili competenze ostetriche e medico-chirurgiche neonatali. Sono circa 30 le nascite programmate nel 2017, 4 delle quali nel mese di giugno. Le future mamme vengono selezionate per il parto al Bambino Gesù da un apposito comitato (composto da anestesisti, ostetrici e chirurghi di entrambi gli ospedali) che valuta le caratteristiche della gravidanza e la gravità delle condizioni del bambino. Ogni nascita verrà seguita da un'equipe mista Bambino Gesù-San Pietro. LE PATOLOGIE CHE METTONO A REPENTAGLIO LA VITA DEI NEONATI - Le patologie che possono comportare un intervento in emergenza alla nascita e che richiedono un'assistenza altamente specialistica sia chirurgica che tecnologica, sono quelle che impediscono al bambino di respirare o che non consentono al sangue di circolare come dovrebbe. Si tratta di bambini talmente delicati che il solo disturbo provocato dall'applicazione del gel per eseguire un'ecografia può alterare i loro parametri vitali. In questi casi il trasporto incide sensibilmente sulla prognosi: ne mette a rischio la sopravvivenza e può comportare danni cerebrali anche molto gravi.
Rientrano in questa categoria le tumefazioni del collo tanto voluminose da ostacolare la respirazione; le patologie toraciche che influiscono sullo sviluppo dei polmoni (come l'ernia diaframmatica congenita, malattia di cui era affetto il primo nato al Bambino Gesù) e alcune cardiopatie congenite potenzialmente letali alla nascita. La vita del secondo bambino nato presso l'Ospedale Pediatrico lo scorso 28 aprile, per esempio, è stata messa a rischio dalla trasposizione dei grossi vasi a setto integro (anomala connessione dei vasi sanguigni che partono dal cuore), patologia che in circa il 20-25% dei casi richiede interventi immediati al momento del parto per permettere la sopravvivenza del neonato e per scongiurare conseguenze neurologiche.
La prognosi dei due piccoli pazienti è positiva: per il primo nato l'intervento alla nascita è stato risolutivo e il piccolo è stato già dimesso. Il secondo bambino è stato sottoposto nei giorni scorsi a un'operazione chirurgica che gli ha consentito correggere in modo definitivo il suo problema cardiaco.
"Con l'accordo e l'ok della Regione Lazio- spiega il professor Pietro Bagolan, direttore del dipartimento di Neonatologia dell'ospedale pediatrico della Santa Sede- abbiamo potuto unire le forze di un'eccellenza ostetrica come il San Pietro Fatebenefratelli con l'expertise nel campo della diagnostica prenatale e della chirurgia neonatale e cardiologica complessa che è propria del Bambino Gesù. Il risultato è un esempio di buona sanità al servizio del bambino gravemente malato e della sua famiglia. Gli specialisti di entrambi gli ospedali, compresi i nostri ginecologi/ostetrici come il dottor Leonardo Caforio, formano un'unica équipe che opera in un ambiente protetto e attrezzato, in grado di garantire al nascituro e alla sua mamma il maggior grado di sicurezza e di chance di salute possibile".
Aggiunge il dottor Marco Bonito: "E' motivo di grande orgoglio e soddisfazione personale nonché per tutta l'Unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma, che ho l'onore di dirigere, poter condividere con una eccellenza come il Bambino Gesù un percorso così importante e stimolante avente un solo obiettivo: tutelare la salute della donna e del bambino, offrendo loro la migliore assistenza possibile".
(Wel/ Dire)