(DIRE) Roma, 29 mag. - "Il direttore generale del Policlinico Umberto I di Roma (Domenico Alessio, ndr) pretendeva di formulare in modo autoreferenziale e unilaterale l'atto aziendale per il futuro del più grande ateneo d'Europa negli ultimi mesi del suo 'lungo' mandato. Adottare un atto aziendale in pieno ultimo semestre di mandato gestionale è non solo inopportuno, ma anche fuori dalle regole della pubblica amministrazione". Così il segretario regionale vicario Cimo Lazio, Renato Andrich, che prosegue: "Al fine di garantire la necessaria trasparenza dell'azione amministrativa e considerata anche la difficile situazione del Policlinico Umberto I, gravato da un disavanzo di circa 140 milioni di euro, riteniamo sia indispensabile attendere la nomina prossima di un nuovo direttore generale, evitando di portare avanti il riassetto organizzativo aziendale proprio in questi ultimi tre mesi di mandato gestionale".
Secondo Andrich, vale la pena di puntualizzare che "il direttore, il cui mandato scade in agosto 2017, ha formulato un atto aziendale (riassetto delle Unità Operative - Uoc e Uosd dell'intera Azienda) in aprile 2017. Ricordiamo che il direttore generale, in questione in questa occasione non ha sottoposto l'atto aziendale al confronto con le OOSS come da norma. Inoltre, egli presentò già un primo atto aziendale nel 2016, ma anche in questa occasione in modo oggettivamente scorretto in quanto non tenne doverosa considerazione del protocollo di intesa firmato tra Università e Regione".
Quindi "ha fatto bene" il commissario ad acta Zingaretti, su interrogazione espressa dal consigliere Aurigemma nel consiglio regionale del 24 maggio 2017, "a bloccare l'incredibile atto adottato dal direttore generale dell'Umberto I". Questa vicenda, spiega infine il segretario regionale vicario Cimo Lazio, è nata a seguito di "una segnalazione di Cimo alla Regione Lazio e che il Consiglio Regionale del Lazio e il presidente Zingaretti hanno avuto il merito, su interrogazione consiliare, di tenere in considerazione".
(Wel/ Dire)