(DIRE) Roma, 26 mag. - "Tutte le Regioni con voce unanime hanno dato mandato al presidente della Commissione Antonio Saitta, assessore del Piemonte, di rappresentare al governo le comuni difficoltà organizzative per quanto riguarda il testo del decreto, così come anticipato alla stampa, in particolare rispetto alla scadenza di settembre, quando inizierà l'anno scolastico. Queste difficoltà sono legate sia all'organizzazione del personale, anche in vista del periodo estivo, sia agli ordinativi dei vaccini con le case farmaceutiche. Sono problematiche che interessano tutte le regioni". Lo riferisce, in una nota, la vicepresidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Sonia Viale che ha partecipato, collegata in videoconferenza, alla riunione della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni.
L'assessore Viale sottolinea, poi, che "negli incontri che hanno preceduto e seguito l'elaborazione del Piano nazionale sui vaccini, con le altre Regioni avevamo chiesto al ministero di organizzare un'unica campagna di informazione a livello nazionale rivolta alle famiglie. Evidentemente ha prevalso la linea del decreto legge, facendo così venir meno il raggiungimento di un obiettivo fondamentale ovvero la sensibilizzazione dei cittadini su un tema così importante di salute pubblica, con un approccio culturale e educativo".
"Il rischio - per Viale - è che questo decreto provochi esattamente l'effetto contrario, allontanando ancor più le famiglie che già erano scettiche sulle vaccinazioni e accentuando i contrasti ideologici. In questo senso, trovo preoccupanti le ipotesi relative all'intervento dell'autorità giudiziaria e alle sanzioni: prevedere in modo coercitivo l'utilizzo delle forza pubblica in esecuzione di un provvedimento del tribunale dei minori credo sia il modo meno indicato per incidere sull'educazione e sulla promozione dei vaccini. Auspico, quindi che il testo venga profondamente modificato in aula, sentito il parere delle Regioni".
"La Liguria - conclude l'assessore - è una delle regioni più avanzate rispetto al quadro delle vaccinazioni, per molte delle quali ha previsto la gratuità già da tempo. Ovviamente, però, le famiglie erano attente sulle vaccinazioni obbligatorie: passare da 4 a 12 crea ovviamente apprensione tra le famiglie e la necessità di adeguarsi, determinando così un impatto che va governato con un percorso di accompagnamento".
(Wel/ Dire)