(DIRE) Roma, 26 mag. - Il ruolo della donna nel mondo della sanità, una presenza sempre maggiore ma ancora con scarsi incarichi decisionali e dirigenziali. Si è parlato di questo, e non solo, nel convegno 'Sanità e salute al femminile' che si è tenuto presso la sede dell'Omceo Roma, nell'aula intitolata allo scomparso presidente Roberto Lala.
Dopo l'apertura di Cristiano Violani, professore di Psicologia clinica, presidente della commissione Psicoterapie del Miur, e del presidente di Omceo Roma, Giuseppe Lavra, la coordinatrice della commissione Pari Opportunità dell'Ordine provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Rosa Maria Scalise, psichiatra e analista Junghiana, ha aperto il convegno parlando di 'Cervelli femminili, mancata leadership e rischi specifici'. "Mi sono chiesta se non essere ai vertici delle carriere sia una occasione mancata o una occasione che noi donne non cerchiamo- ha detto- perché in realta ci troviamo ad assumere diversi ruoli e, in contemporanea, ad essere mamme, figlie o nonne e soprattutto perché ci muoviamo in ambito affettivo ed emotivo e usiamo una parte del nostro cervello, mentre gli uomini usano di più la logica ed è tutto più semplice. Noi usiamo più variabili. E' vero che le occasioni non ci vengono date, che vengono premiati sempre gli uomini, ma dobbiamo chiederci se le occasioni ce le facciamo mancare". In conclusione, ha sottilineato Scalise, "ancora oggi vengono preferiti gli uomini, forse dovremmo andare sotto l'Osservatorio delle Pari opportunità, perché difficilmente arriviamo agli apici della carriera".
Nel suo intervento, invece, Cristina Patrizi, responsabile Formazione dell'Omceo Roma, ha trattato il tema delle 'Donne medico nella sanità territoriale'. La presenza 'rosa' nel Ssn è una delle tematiche importanti "trattate cogliendo le peculiarità della presenza femminile. È un trend in salita. Abbiamo un rapporto tra iscritti alla facoltà di Medicina e Chirurgia che è di 2 donne per ogni uomo aspirante medico. Abbiamo una prevalenza femminile nei primi anni della professione sanitaria". Si è cercato, quindi, di capire "perché di fronte al complessivo numero di colleghe nel mondo sanitario e alla prevalenza decisa di presenza femminile non ci sono ruoli ai vertici della gestione sanitaria".
Per esempio, "abbiamo visto la recente nomina nel Consiglio superiore di sanità: la proporzione è 40 uomini e 3 donne. Come ai vertici delle aziende o come ai vertici delle Uoc, cioè i direttori di struttura complessa: solo il 14% è costituito da donne". E poi le Uos, le strutture semplici: "Siamo al 28%. E poi il numero dei direttori generali, che ci sconforta, perché siamo appena al 9%. Ci sono condizioni- ha concluso Patrizi- che non facilitano, è una società ancora troppo 'donna dipendente' e poco 'donna gratificante'".
Nell'occasione è stato proiettato anche un video contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari.
(guarda l'intervista a Scalise)
(guarda l'intervista a Patrizi)
(guarda il video contro la violenza sugli operatori sanitari)
(Gas/ Dire)