(DIRE) Roma, 8 mag. - Nei giorni scorsi sono stati resi noti il numero dei precari del Servizio sanitario nazionale. Un esercito di persone che lavora per garantire l'efficienza della sanità pubblica eppure non viene garantito. Quando però si parla di precari, come ha fatto il ministro Marianna Madia, nel momento in cui ha parlato di stabilizzazione dei precari nella PA, ci si dimentica completamente delle professionalità sanitarie del Ministero della Salute.
"Per questi dirigenti, precari ma indispensabili per il funzionamento delle attività del Ministero, non c'è ad oggi alcuna prospettiva di crescita e di carriera ma solo mortificazione per l'impossibilità di un riconoscimento reale anche per un giusto trattamento giuridico ed economico. Altro problema, a quanto pare invisibile, riguarda i nuovi incarichi conferiti dal primo febbraio 2017". A denunciarlo è l'Unadis, l'unione nazionale dirigenti dello Stato, sindacato rappresentativo della dirigenza dei ministeri, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, delle Agenzie Fiscali e dei segretari comunali e provinciali, che ha più volte ribadito l'importanza di conferire incarichi prima al personale interno al Ministero e solo dopo ad esterni chiamati in "comando".
"Ciò garantirebbe all'amministrazione anche una notevole razionalizzazione delle spese. Perché se c'è del personale interno, qualificato e meritevole, che aspetta da anni un riconoscimento adeguato, si devono cercare fuori tali professionalità?", chiede l'Unadis.
"Al Ministero della Salute - spiega Floriano Faragò, segretario nazionale Unadis - sono 247 i dirigenti di ruolo e 159 i dirigenti a tempo determinato. Tutto il personale qualificato non solo per laurea e post specializzazione, ma perché altamente formato nelle materie e attività del Ministero. Eppure i dirigenti delle cosiddette professionalità sanitarie, che con il loro operato garantiscono la sanità pubblica al centro e nelle sedi periferiche, risultano in un numero limitato rispetto alle effettive esigenze".
"La condizione dei dirigenti precari al Ministero della Salute ha radici lontane - spiega il sindacato -. Questi professionisti sono stati infatti chiamati a fronteggiare le varie emergenze, dal virus della Aviaria, al periodo in cui si doveva far fronte all'emergenza 'Mucca Pazza' ed anche in precedenza. Da quasi vent'anni, dunque, gran parte del personale è precario. Eppure va in missione in Italia e all'Estero e svolge le attività maggiori del Ministero, in completo abbandono, come se fossero invisibili. Unadis, che sindacalizza tutti i dirigenti, compresi i 'comandati', auspica equità che si può ottenere soltanto valorizzando la carriera e le specificità di ognuno. Vanno bene anche gli esterni, qualora è necessario, ma senza "scavalcare" chi ha i requisiti per determinati incarichi e si trova già all'interno dell'amministrazione".
"Unadis - conclude Faragò - continuerà da un lato a tenere alta l'attenzione su ciò che avviene nel Ministero della Salute e, in particolare, sull'attività svolta dalle Direzioni Generali, rilevando con ogni strumento comportamenti illegittimi, difformi e prevaricatori nel rispetto dei contingenti relativi ai conferimenti, nonché l'attività degli uffici che dovrebbero essere preposti al controllo; dall'altro, continuerà a monitorare le proposte del Ministro Marianna Madia sul precariato nella PA, impugnando quelle che risulteranno discriminatorie per i precari delle professionalità".
(Wel/ Dire)