(DIRE) Roma, 2 mag. - Il summit europeo di Bruxelles, che ha approvato le Guidelines sulla Brexit per le trattative con il Regno Unito, ha solamente sfiorato il tema del trasloco della European Medicine Agency (Ema) e della European Banking Authority (Eba) dall'attuale sede di Londra.
Al trasloco delle agenzie (indicato al punto 15 delle Guidelines) i politici europei hanno dedicato "non più di cinque minuti", ha dichiarato al termine dei lavori il presidente romeno, Klaus Iohannis. E successivamente il premier irlandese, Enda Kenny, ha confermato che "una decisione sul trasloco delle due agenzie Ue sarà presa dal Consiglio europeo in autunno".
A questo punto la roadmap per la gestione di questi due colossi delle strategie europee è abbastanza chiara: come affermato da Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, entro il mese di giugno saranno definiti i criteri che dovranno guidare la scelta per il trasferimento della sede, e poi presumibilmente in ottobre verrà presa la decisione finale. Le città su cui potrebbe ricadere la scelta allo stato attuale possono essere con credenziali equivalenti Milano, Barcellona, Dublino, Amsterdam, Stoccolma e Copenaghen.
Lo scenario è complesso, ma di facile lettura perché presumibilmente si creeranno cordate per identificare strategie comuni sulla relocation delle due agenzie. In pratica: le due scelte sono strettamente connesse e vincerà la cordata più forte. L'Italia potrà sostenere l'arrivo dell'Ema a Milano in misura in cui saprà far parte della cordata vincente sull'Eba, l'Authority bancaria che è l'argomento di primario interesse dei tedeschi, che premono con forza per una scelta che ricada su Francoforte. L'Irlanda, dal canto suo, ancora ieri in sede di riunione plenaria dei leader ha cercato di far apprezzare attraverso le parole del suo premier l'opportunità offerta da Dublino per il trasferimento dell'agenzia del farmaco: vicina a Londra (quindi con costi e tempi ridotti di trasloco), ma anche porta immediata da (e verso) gli Usa. In questa fase gli irlandesi sembrano essere i più 'morbidi' nella transizione post-Brexit e potrebbero catalizzare i Paesi europei meno rigidi verso il governo di Londra.
Una cosa sembra essere sicura: il tentativo inglese di mantenere almeno una delle due Authority a Londra sembra destinato a fallire visto che uno degli argomenti su cui tutti i Paesi Ue hanno concordato è che la Brexit non sarà a costo zero per i britannici. Le speranze di David Davis, segretario inglese alla Brexit che ipotizzava un mantenimento nella capitale britannica di alcune sedi strategiche degli affari europei, sembrano così senza prospettiva. Anche su questo Theresa May è avvisata.
(Wel/ Dire)