Roma, 19 lug. - Se avete prenotato un esame o una visita medica e, magari, come purtroppo succede nella sanita' laziale, avete l'appuntamento tra qualche mese, in questi giorni riceverete una telefonata dalla Regione. Vi chiederanno se siete disponibili ad anticipare l'appuntamento nei prossimi dieci giorni. In totale, sono 177 mila le telefonate che in quattro mesi saranno effettuate agli utenti per proporgli un appuntamento piu' rapido.
A cosa serve questa operazione? Ad azzerare le attese, una sorta di spegni e riaccendi per poi partire con una riforma del sistema che prevede che il medico, subito dopo la visita, fissi lui stesso l'appuntamento per una prestazione (un esame o una visita da uno specialista). Se invece si parla di prestazioni periodiche, controlli che ciclicamente il paziente deve svolgere, a quel punto si segue un canale differente, evitando di mettere in competizione chi ha necessita' di un esame urgente e chi invece puo' tranquillamente programmare. Solo la pratica dimostrera' che questo nuovo sistema puo' funzionare, ma per avviarlo serve un azzeramento delle attese su una serie di prestazioni. Per questo da qualche settimana e per quattro mesi ci saranno le chiamate agli utenti per anticipare esami o visite. Ma quali sono le prestazioni per le quali si sta operando per smaltire le chilometriche liste di attesa? Prima di tutto ci sono otto tipi di ecografie: diagnosi ecografica del capo e del collo, ecografia della mammella bilaterale e monolaterale, ecografia dell'addome superiore, ecografia dell'addome inferiore, ecografia dell'addome completo, ecografia ostetrica ed ecografia ginecologica. Alcuni numeri per comprendere quanto sia grave la situazione: nelle solo asl romane ci sono 46.500 cittadini in attesa di una ecografia, con il record dell'Asl Roma 1 (17.308) e dell'Asl Roma 2 (17.875). Si sfiora quota 66 mila se si conteggiano anche le aziende sanitarie di Latina, Viterbo, Frosinone e Rieti. Per questo riguarda le visite specialistiche, in questo caso si e' deciso di intervenire su quelle cardiologiche, dermatologiche e oculistiche, anticipando dunque gli appuntamenti. Anche qui si parla di numeri altissimi: per l'oculista stanno aspettando in 52 mila, con un tempo medio di attesa di 85 giorni. Per il dermatologo, siamo a 25 mila e il tempo medio di attesa e' di 47 giorni. Infine, c'e' la visita cardiologica: 35 mila pazienti aspettano il loro turno, con un tempo medio di attesa di 63 giorni. In sintesi: ci sono 35 mila persone a Roma e nel Lazio che necessitano di una visita del cardiologo ma devono aspettare due mesi.
"Va detto - osserva Alessio D'Amato, direttore della cabina di regia della sanita' della Regione Lazio analizzando i dati - che proprio dalle risposte che fino ad oggi abbiamo ricevuto alle chiamate possiamo evincere che non tutte sono urgenze, una parte sono visite programmate per le quali l'attesa non viene considerata un problema dal cittadino". In effetti, nelle prime 5 mila chiamate effettuate, solo un paziente su 4 ha accettato di anticipare la visita entro dieci giorni come proposto dalla Regione. La filosofia in futuro sara' creare canali differenti tra chi svolge dei controlli programmati (e dunque non ha problemi di urgenza) e chi invece deve svolgere la prestazione nel piu' breve tempo possibile. Dice il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti: "Sui conti e sulla qualita' delle cure abbiamo ottenuto dei miglioramenti, ora la sfida e' il governo delle liste di attesa. Chiediamo a tutti maggiore impegno".
Articolo tratto da Il Messaggero (Wel/ Dire)