(DIRE) Roma, 28 giu. - Convincere i genitori di bambini con malattie respiratorie a smettere per sempre di fumare e, al tempo stesso, aiutare gli adolescenti a buttare via il pacchetto di sigarette prima che sia troppo tardi. Si tratta di due interventi di prevenzione strettamente correlati. In Italia infatti, un bambino su cinque cresce in una casa in cui e' consentito fumare e questo aumenta il rischio di acquisire uno stato di dipendenza da grandi ma anche di sviluppare precocemente una malattia fumo correlata. Il pediatra puo' svolgere un ruolo educativo importante.
Per questo motivo, al fine di fornire una corretta preparazione ai professionisti, la federazione italiana medici pediatri (Fimp), la Societa' di malattie respiratorie infantili (Simri) e l'Associazione italiana pneumologi ospedalieri (Aipo) danno il via a un progetto educazionale dal titolo "Il pediatria come facilitatore di smoking cessation".
Per raggiungere l'obiettivo sono stati organizzati corsi di formazione in lacune citta italiane con l'obiettivo di fornire strumenti adeguati ad affinare le competenze del pediatra per stimolare, orientare e gestire il problema del tabagismo nei genitori (comprese le donne in gravidanza) e nei piu' giovani.
"Vogliamo porre le basi di una rete che metta in relazione gli interventi di primo livello messi in atto dal pediatra con quelli di secondo livello effettuati nei centri antifumo pneumologici - ha affermato Renato Cutrera presidente nazionale Simri - il fumo, sia attivo che passivo, e' uno dei principali fattori di rischio per le malattie respiratorie infantili come l'asma. Gli interventi non sono pero' rivolti solo ai pazienti ma soprattutto ai cittadini non sintomatici ancora giovani per orientarli nell'ottica di una strategia di prevenzione dei danni da fumo di tabacco".
"Il 12% degli adolescenti italiani fuma regolarmente - ha aggiunto Giampietro Chiamenti presidente nazionale Fimp - otto tabagisti su dieci ha iniziato a fumare prima di aver compiuto 20 anni. Stiamo dunque parlando di un comportamento estremamente pericoloso e che interessa anche i giovani. Il pediatra puo' e deve fare di piu' per educare sia i ragazzi che i genitori. Con questa iniziativa itinerante vogliamo migliorare la preparazione degli specialisti su un tema di salute pubblica sempre piu' importante come la lotta al tabagismo".
"È la prima volta - ha affermato Paola Martucci responsabile del gruppo di studio Educazionale. Prevenzione ed Epidemiologia dell'Aipo - che due Societa' Scientifiche di Medicina Respiratoria, una dell'eta' pediatrica e l'altra dell'eta' adulta, si incontrano su un tema condiviso di prevenzione delle malattie respiratorie, promuovendo concretamente l'acquisizione di abilita' professionali per attuare il Minimal Advice antitabagico in ambito pediatrico, secondo i criteri della Ebm ed in collaborazione con i professionisti dei Centri Antifumo a conduzione pneumologica dell'Aipo. I tempi sono maturi perche' si attuino azioni sinergiche per la lotta contro il fumo, condividendo percorsi diagnostico/terapeutici comuni adattati alle varie fasi della vita".
(Wel/ Dire)