(DIRE) Roma, 20 giu. - "Sul tema della prescrizione dei farmaci innovativi l'onorevole Federico Gelli ha sollevato un problema che ormai provoca solo imbarazzo nel nostro servizio sanitario nazionale. Da molti anni per una decisione cervellotica e priva di alcun senso logico, clinico ed economico, la prescrizione dei farmaci innovativi e' stata inibita ai medici di medicina generale sulla base di considerazioni prive di sostanza clinica e sanitaria. Questa decisione perdura tuttora e ha portato danni incalcolabili alla salute dei cittadini, a cui e' stato di fatto impedito l'accesso alle cure di patologie importanti come il diabete e le malattie cardiovascolari. Ha ragione Gelli quando afferma che questa situazione e' solo italiana. Aggiungiamo che a causa di questa assurdita' i medici di medicina generale non hanno piu' accesso all'informazione scientifica e alla conoscenza sui nuovi farmaci cosiddetti innovativi, molti dei quali sono stagionati e gia' invecchiati. Addirittura si paventa oggi l'inibizione a prescrivere classi di farmaci per le patologie respiratorie croniche rispetto alle quali la medicina generale e' l'unico comparto medico in grado di reggere l'impatto della cronicita' crescente. Proviamo imbarazzo e vergogna nel confrontarci con i nostri colleghi di tutto il mondo. Siamo considerati i paria del Ssn, ci viene richiesta la presa in carico di tutti i cittadini italiani, delegando pero' ai soli specialisti la prescrizione di farmaci per i quali siamo perfettamente in grado svolgere un adeguato percorso informativo e formativo, anche in collaborazione con altri professionisti coinvolti nel medesimo processo di cura". Cosi' in un comunicato Claudio Cricelli, presidente della Societa' Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg) e Silvestro Scotti segretario nazionale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg).
"Una visione di poverta' culturale dei medici di famiglia e di sudditanza ad altre aree della professione medica sta alla base delle norme vessatorie che impediscono la prescrizione di farmaci cosi' importanti per la salute dei cittadini. Bisogna cambiare strada, e non solo per il diabete. La scarsa considerazione della medicina generale tuttavia non riguarda solo la prescrizione dei farmaci. È la conseguenza di una visione ottusa e retriva della medicina generale che ancora ostinatamente persiste in alcuni settori e in alcune Regioni di questo Paese, che utilizzano il pretesto della appropriatezza per impedire l'armonico e indispensabile sviluppo delle cure primarie, limitandone in ogni modo e con ogni mezzo le enormi capacita' ancora inespresse per migliorare l'assistenza e la cura dei cittadini sul territorio. Segnali incoraggianti ci vengono oggi inviati da Mario Melazzini, direttore generale dell'Agenzia del Farmaco, al quale riconosciamo il merito di aver compreso l'inutilita' e la incongruenza di queste scelte regolatorie del passato, anacronistiche, oltre che dannose dannose nelle circostanze attuali", concludono Cricelli e Scotti.
(Wel/ Dire)