(DIRE) Roma, 20 giu. - "Si sta passando dall'esigenza dell'ospedale sotto casa, magari modesto e percio' incapace di garantire una risposta adeguata, all'ospedale sicuro, cioe' che possa non solo diagnosticare, ma anche curare in tempi brevi, riducendo i rischi per il paziente, ottimizzando tempi di intervento e risorse necessarie". Lo afferma il dottor Bruno Accarino, vice presidente della Societa' italiana di radiologia medica (Sirm), in merito alla riflessione dell'associazione sulla organizzazione della rete dei pronto soccorso e dell'emergenza-urgenza nel servizio sanitario pubblico.
"Per tale motivo- aggiunge- i primi vanno riconvertiti in altre funzioni, delegando gli altri compiti a favore di strutture complesse, ma dislocate con criteri razionali come l'accessibilita', i tempi di percorrenza, le dotazioni professionali, strutturali e strumentali, tali da consentire l'accesso sia alla diagnosi che alla cura adeguata in tempi considerevolmente brevi". Il tempo adeguato e' la cosiddetta 'golden hour': in ogni condizione di traffico, un paziente non puo' trovarsi a piu' di un'ora dal primo presidio di emergenza per poter essere salvato. "Caso emblematico- continua Accarino- e' quello della rete dello 'stroke', che va inteso non solo come emergenza neurologica ma di tutto il corpo, anche cardiaca: in tal senso e' indispensabile prevedere l'allocazione dei reparti di radiologia interventistica, non solo vascolare, in aree ben definite e raggiungibili entro la 'golden hour' per accedere alla terapia efficace".
Solo realta' ospedaliere complesse possono offrire questa risposta, e' anche l'opinione di Marco Bartolini, della struttura Sod di Radiodiagnostica dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi a Firenze. "Nel modello 'hub and spoke' la centralizzazione quanto piu' rapida possibile del paziente in urgenza/emergenza direttamente verso le strutture hub rappresenta pertanto uno dei cardini dell'attivita' delle reti dell'emergenza e la loro distribuzione territoriale rappresenta una delle priorita' dell'organizzazione sanitaria su scala regionale e nazionale". Tutto cio' "con la duplice finalita' di garantire ai pazienti critici il massimo delle risorse diagnostico-terapeutiche esistenti e al tempo stesso di ottimizzare l'utilizzo delle risorse economiche disponibili".
(Wel/ Dire)