(DIRE) Roma, 18 gen. - "Nel 2015 la gestione dell'Agenzia è influenzata, a fronte della notevole riduzione delle spese, dalla parallela flessione delle entrate relative all'attività di gestione del sistema nazionale di Educazione continua in medicina-Ecm (15,962 milioni di euro a fronte di 17,066 milioni di euro nel 2014) e dei trasferimenti correnti da parte dello Stato, passati da 7,572 milioni di euro ad 7,322 milioni di euro (-3 per cento)". A rilevarlo è la Corte dei conti nella sua delibera sul bilancio di esercizio 2015 dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
La Corte rileva poi come "si è, inoltre, ridotta la partecipazione degli enti e dei privati al cofinanziamento dei progetti di ricerca finalizzata e dei programmi speciali nazionali ed europei (da euro 532 mila a euro 222 mila) compensata dai maggiori introiti da parte delle Regioni per accordi di collaborazione, pari ad euro 669 mila (euro 327 mila nel 2014), mentre risulta lievemente aumentato l'apporto delle altre entrate".
Il problema delle consulenze. Riguardo al tema delle consulenze, la Corte "non può non sottolineare - nonostante la flessione di circa il 13 per cento (da euro 8,236 milioni del 2014 ad euro 7.195 milioni a fine 2015 al lordo degli oneri riflessi e delle imposte) - l'entità delle spese ad esse relative e la numerosità delle tipologie delle stesse, che delinea un quadro di non agevole comprensione. Pertanto, invita l'Agenzia ad adottare politiche che limitino in modo sostanziale il ricorso alle consulenze medesime definendo altresì, in modo chiaro, le diverse tipologie contrattuali anche sul proprio sito istituzionale".
Nello specifico per le collaborazioni concernenti l'attività di Ecm l'Agenzia ha impegnato euro 1,253 milioni (a fronte di euro 1,284 milioni nel 2014). In considerazione di quanto previsto dagli articoli 9, 10 e 11 del nuovo regolamento, ai sensi dell'art. 19, co. 1 d.lgs. n. 106/2012, l'Agenzia ha provveduto ad impegnare euro 6,548 milioni per collaborazioni coordinate e a progetto (comprensivi degli oneri connessi pari ad euro 975 mila) ed euro 647 mila per incarichi libero professionali di studio, ricerca e collaborazione per un totale di 236 collaborazioni (contro 311 e 255, rispettivamente nel 2013 e nel 2014), di cui 187 coordinate e continuative, 18 occasionali e 31 professionali con partita Iva".
Bilancio 2015 ok. L'esercizio in esame si chiude con un avanzo finanziario di competenza pari a euro 10,626 milioni (+76 per cento rispetto al 2014). "I notevoli scostamenti di entrate e spese, fra previsioni e consuntivo - sottolinea però la Corte - inducono a ribadire la necessità di una più attenta ponderazione delle esigenze dell'Ente in occasione della stesura del documento previsionale, specie in materia di spese correnti".
A fine 2015, l'avanzo economico d'esercizio raggiunge l'importo di euro 9,147 milioni con un incremento del 27 per cento, conseguenza del maggior saldo positivo tra valore e costi della produzione. Il patrimonio netto, per effetto del positivo risultato economico, si attesta ad euro 94,859 milioni, superiore dell'11 per cento rispetto al 2014. Cresce (+9 per cento) il fondo di cassa che, al termine del 2015, presenta la consistenza di euro 87,397 milioni. L'avanzo di amministrazione (euro 90,042 milioni) registra un incremento del 22 per cento.
"In seguito alla procedura di riaccertamento - conclude la Corte - la gestione dei residui, soprattutto passivi, evidenzia un sensibile miglioramento con preminenza, contrariamente al passato, degli attivi rispetto ai passivi. Nel dare atto di tali positivi segnali, questa Corte auspica che l'Agenzia prosegua nelle iniziative idonee a ridurne la consistenza, compatibilmente con la pratica attuazione dei programmi di ricerca".
(Wel/ Dire)