Roma, 21 feb. - Si è concluso nel fine settimana scorso il Focus dell'Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Roma sul tema dell'informatizzazione in sanità e sull'applicazione del sistema Tessera sanitaria (Ts).
L'iniziativa di formazione continua (Ecm) si è articolata in due giornate di lavori e ha affrontato vari aspetti: gli adempimenti informatici correlati alla compilazione della ricetta in modalità dematerializzata, le complessità dei sistemi delle reti pubbliche e private (quella regionale Sismed e quelle connesse al sistema TS), gli invii delle certificazioni di malattia, la sicurezza e la riservatezza dei dati dei pazienti. Procedure che, pur utili sotto molti aspetti, distolgono troppa parte del lavoro principale del medico.
"Abbiamo evidenziato come oltre il 20% del tempo a disposizione dei clinici, specialisti ambulatoriali e medici di medicina generale, si perde battendo sui tasti di un computer e interfacciandosi con collegamenti di rete. E questo nelle migliori delle ipotesi", ha commentato al termine Cristina Patrizi, consigliere dell'Ordine e organizzatrice del Focus da cui è venuta forte preoccupazione per un sistema che fa gravare sul medico incombenze improprie.
Altra preoccupazione dei medici è venuta nel corso di una tavola rotonda che ha fatto il punto sulla certificazione di malattia. I presidenti dell'Ordine di Roma, Giuseppe Lavra, e dell'Ordine di Piacenza, Augusto Pagani, hanno ribadito la necessità di intervenire sull'attuale normativa, richiamando anche l'impegno assunto a dicembre scorso dalla Federazione nazionale (Fnomceo) di farsi portavoce di un disegno di legge che modifichi il sistema di certificazione delle malattie e preveda l'autogiustificazione per quelle brevi, in quanto non rientranti per la quasi totalità nei criteri e nelle definizioni previste per le malattie che possono essere direttamente constatate e certificate dal medico curante.
"Non è possibile sovraccaricare i clinici degli oneri, anche questi telematici e difformemente applicati nel nostro Paese, di una certificazione che nel 2015 ha determinato, secondo dati Inps, oltre 18 milioni di certificati trasmessi on line al sistema Ts: atti medici- ha evidenziato Lavra- che si sarebbero potuti evitare o limitare dando al cittadino la possibilità di autogiustificare i primi giorni di malattia". Il confronto tra i relatori e i numerosi partecipanti all'iniziativa dell'Ordine ha fatto inoltre emergere la necessità e la richiesta di una revisione della normativa Brunetta che ora prevede il licenziamento o la revoca della convenzione per il medico interessato da un provvedimento correlato a una certificazione di malattia che risulti non legittimamente formulata.
"Favorevoli invece all'informatizzazione se questa concorre al miglioramento del lavoro di migliaia di medici della sanità pubblica e privata- ha riassunto infine Cristina Patrizi- ma non a sistemi troppo complessi che comportano una riduzione dell'attività clinica e distolgono tale lavoro e l'attenzione ai pazienti con compiti e mansioni che non sono proprie del medico".
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(Wel/ Dire)