(DIRE) Roma, 19 dic. - Si e' concluso il 78esimo Congresso della Societa' Italiana di Cardiologia (Sic) che ha visto un'importante partecipazione e un acceso dibattito sui principali temi.
"Le aspettative sono state esaudite - sottolinea in un comunicato Giuseppe Mercuro, Presidente della Societa' Italiana di Cardiologia - perche' il congresso ha raccolto la presenza di 2.500 cardiologi di cui una cospicua quantita' e' stata di cardiologi in formazione, ossia giovani di eta' tra i 30 e 35 anni (oltre 500) che hanno preso parte alle quattro giornate di lavori. Questo aspetto ci lusinga molto perche' anche nel Congresso abbiamo conservato quelle che sono le nostre prerogative di una societa' in cui l'insegnamento e la formazione sono dei pilastri fondamentali. Pertanto il Congresso ha confermato di essere avanti nella sua missione educativa e formativa e si e' confrontato con il resto del mondo. Sono stati affrontati molti temi tra cui l'aggiornamento al 2017 delle linee guida a cui i cardiologi, cosi' come tutti i clinici, devono attenersi ma anche i limiti delle stesse. Abbiamo, infatti, sottolineato la specialita' di molti pazienti come quelli anziani o complessi in cui l'indicazione alle linee guida non deve esaurire l'attenzione del curante per la specificita' e l'individualita' di quel paziente".
"La nostra - continua il comunicato della Sic - rappresenta la seconda cardiologia in ordine di importanza scientifica e di numerosita' in quello che e' oggi il piu' grande consesso cardiovascolare che e' la societa' europea di cardiologia - osserva Pasquale Perrone Filardi, Presidente Finsic - noi dopo la Germania siamo secondi in termini di contributo. Questo e' testimonianza di una grandissima vivacita' intellettuale, culturale e scientifica della cardiologia accademica italiana.
Noi scontiamo ancora il fatto che le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo sia per gli uomini che per le donne, ma contemporaneamente negli ultimi due anni abbiamo avuto delle grandi evidenze in termini di prevenzione delle malattie cardiovascolari soprattutto nel contesto della prevenzione secondaria, cioe' nei pazienti che hanno gia' avuto un evento cardiaco o cerebrale di natura ischemica. Oggi abbiamo imparato che possiamo trattare meglio questi pazienti sia agendo sui fattori di rischio cardiovascolari classici, in primis sul colesterolo cattivo, ma anche su altri aspetti attraverso un cocktail di strategie di prevenzione secondaria che sono state oggetto di grandi studi clinici e che cambieranno il panorama della prevenzione nella pratica clinica del prossimo futuro. La nostra sfida ora e' la sostenibilita' economica di queste terapie che sono in molti casi troppo costose.
"Questo congresso ha trattato tutti i temi piu' importanti della cardiologia attuale, dalla prevenzione delle malattie cardiovascolari alla prevenzione sia primaria che secondaria della cardiopatia ischemica e dell'infarto, fino al tema della cardiologia interventistica, celebrando i 40 anni della prima angioplastica", spiega Francesco Romeo, Past President della Sic. "Particolare attenzione e' stata dedicata alla cardiologia interventistica strutturale, cioe' il trattamento di quelle cardiopatie valvolari o delle strutture del cuore che oggi si stanno affermando come la piu' importante novita' nel campo della terapia delle malattie cardiovascolari. Le nuove applicazioni e tecniche della cardiologia interventistica strutturale ci consentiranno in un prossimo futuro - continua Romeo - di trattare tutte le cardiopatie organiche del cuore, soprattutto nei soggetti molto anziani, dove il rischio chirurgico e' molto alto, con tecniche mininvasive e percutanee che rispetteranno sempre di piu' il concetto etico verso cui dobbiamo tendere ovvero il rispetto dell'integrita' psicofisica del paziente".
"Sono state presentate novita' sulle indicazioni relative alla TAVI che ribadiscono le linee guida europee", conclude Ciro Indolfi, Presidente Eletto Sic, che aggiunge: "Oggi questa rivoluzionaria tecnica non e' indicata solo per i pazienti a rischio elevato o inoperabili ma anche per quelli a rischio intermedio. Quindi possiamo dire stop alla chirurgia e questa nuova metodica, che prevede l'introduzione di una valvola da un'arteria della gamba, rappresenta oggi una delle piu' grandi innovazioni della cardiologia".
(Wel/ Dire)