(DIRE) Roma, 27 apr. - Ha preso il via da pochi giorni (24 aprile-7 giugno 2017) presso l'Università degli Studi di Torino il primo corso di Linguistica medica e clinica, all'interno della Laurea magistrale in Scienze linguistiche (Dipartimento di Studi Umanistici, Scuola di Scienze Umanistiche). Lo fa sapere con una nota la Fnomceo.
Si tratta del primo insegnamento in Italia dedicato a questa disciplina. Il corso è per ora rivolto a studenti di area umanistica ma l'obiettivo è poterlo estendere anche ai medici in formazione. La linguistica medica studia - con un metodo testuale - l'ampio tema della comunicazione in ambito medico-sanitario. In particolare analizza i passaggi cruciali come la relazione tra medico/operatore e paziente, il discorso possibile nella terapia, gli strumenti comunicativi dell'atto medico e la dinamica della trasmissione dell'informazione al cittadino/paziente. Il versante clinico è invece dedicato ai casi di 'disfunzionamento' linguistico, soprattutto di ambito psicopatologico, attraverso la descrizione e l'analisi delle forme che la lingua può assumere in pazienti psicotici, autistici e con la sindrome di Alzheimer.
Il corso - tenuto da Raffaella Scarpa, docente di linguistica italiana all'Università di Torino - è un punto di arrivo di un lungo periodo di ricerca e sperimentazione che negli anni ha visto anche esperienze di insegnamento all'interno di strutture universitarie mediche. E in questi anni è nato il Gruppo di ricerca 'Remedia-Lingua medicina malattia', costituito da studiosi che indagano le sinergie tra linguistica e scienza medica.
Il corso universitario - che ha preso avvio da qualche giorno - dà anche la possibilità di svolgere tirocini pre-laurea della durata di 150 ore presso le strutture sanitarie con cui Remedia, nel corso degli anni, ha attivato apposite convenzioni di collaborazione a fini di ricerca. I tirocinanti che svolgono attività di osservazione e supporto, imparano le tecniche di discorso e propongono nuove modalità di interazione alla luce dei loro studi. Lavorano in stretta collaborazione con gli operatori e direttamente con i pazienti allo scopo di raccogliere testi e testimonianze da sottoporre ad analisi, proponendo nuovi metodi di raccolta-dati. Il progetto ha quindi un obiettivo formativo: cercare di definire una nuova figura di professionista della parola che possa offrire al contesto sanitario competenze e strumenti innovativi a partire dalla linguistica medica e clinica.
(Wel/ Dire)