(DIRE) Roma, 3 ago. - "Il Ddl concorrenza, cosi' come e' stato approvato in via definitiva, pur rimediando ad alcune storture rispetto a versioni precedenti e ponendo limiti alle societa' commerciali con l'obbligo del direttore sanitario odontoiatra presente in ogni singola struttura, non ci soddisfa perche' non risolve il problema fondamentale della tutela del valore costituzionale della salute e della tutela delle professioni protette e regolamentate prevista dalla Costituzione.
Proseguiremo dunque le nostre battaglie, supportate da forti pareri legali e giuridici, al fine di evitare che la professione venga esercitata da societa' non conformi alle norme e non registrate all'apposito registro tenuto presso gli Ordini provinciali, con chiari rischi per la tutela dei pazienti e della loro salute". Cosi' il presidente dell'Associazione nazionale Dentisti italiani (Andi), Gianfranco Prada.
"La nuova legge rischia di aprire un fronte di contenziosi su quale tipo di societa' possa esercitare l'odontoiatria- prosegue Prada- e che non escludiamo la possibilita' di ricorsi.
Difendiamo il modello libero-professionale e riteniamo che gli interessi puramente commerciali di buona parte delle societa' oggi operanti vadano a discapito dei pazienti, spesso oggetto di offerte e prestazioni indotte dalla necessita' di puro lucro e non dall'appropriatezza delle cure". Andi ribadisce quindi il valore della professione esercitata "secondo canoni di eticita' e presa in cura dei pazienti e, come per le altre professioni, ritiene il 'compromesso' delle societa' tra professionisti (StP un giusto equilibrio per garantire il supporto del capitale in strutture societarie che mantengono pero' la guida dei professionisti stessi".
L'Andi, continua Prada, ha sostenuto fin dalla presentazione del disegno di legge sulla concorrenza "una battaglia per regolamentare l'ingresso del capitale nella gestione dell'odontoiatria italiana. Nell'iter parlamentare e' pero' venuta a mancare la discussione sugli emendamenti per regolamentare in modo corretto l'esercizio dell'odontoiatria da parte delle societa'. Il testo della legge ai commi 153,154,155,156 si occupa di odontoiatria, lasciando aperta la controversa e combattuta possibilita', come e' avvenuto sino ad oggi, dell'ingresso di capitali in una professione protetta e regolamentata come la nostra".
Unica novita' sostanziale prevista dalla legge e' "l'obbligo per le societa' di avere un direttore sanitario iscritto all'Albo degli Odontoiatri, che puo' svolgere la sua funzione esclusivamente in una sola struttura. Continuera' quindi la nostra azione per combattere le societa' commerciali, sia per la discriminazione dell'odontoiatria rispetto alle altre professioni, sia perche' lo stesso ministero dello Sviluppo Economico ha recentemente ribadito, con diverse circolari, come l'unico contesto nel cui ambito e' possibile l'esercizio di professioni regolamentate in un sistema ordinistico, secondo i modelli societari regolati dai titoli V e VI del libro V del codice civile, sia quello della Societa' tra Professionisti. Il nostro obiettivo e' ottenere norme chiare e certe", conclude Prada.
(Wel/ Dire)