(DIRE) Roma, 27 set. - "La complessità della chirurgia oggi è cresciuta moltissimo: l'evoluzione tecnologica è stata notevole negli ultimi 25 anni e un atteggiamento di 'tuttologia' nella chirurgia non si può più accettare. Ogni chirurgo deve avere un settore di attività e non ci sono serie A e serie B, ma professionisti che si specializzano in un determinato ambito e possono garantire al proprio paziente il meglio della qualità di assistenza, anche seguendo le nuove tendenze tecnologiche". Così il presidente del Collegio italiano Chirurghi, Luigi Presenti, intervistato dall'agenzia Dire in occasione del Congresso congiunto delle società scientifiche italiane di chirurgia a Roma presso l'Auditorium Parco della Musica. L'evento, dal titolo 'Sostenibilità, innovazione, contenzioso ed etica: le sfide della chirurgia', è in programma nella Capitale fino a giovedì 29 settembre.
"Nella riorganizzazione delle reti ospedaliere in ambito chirurgico- ha proseguito Presenti- la logica è quella di creare centri che abbiano delle specializzazioni. Ogni ospedale, quindi, secondo le sue dimensioni e caratteristiche strutturali dovrà gestire un certo tipo di pazienti. È chiaro che la chirurgia oncologica per certi aspetti è più prestigiosa e può sembrare quella più importante per il servizio e la popolazione, ma in realtà la necessità di dare servizio ai nostri pazienti deve garantire un'eccellenza a tutti i livelli e in tutti i settori, dalla chirurgia più semplice e comune a quella più complessa. Questo per dire che non esistono chirurghi di serie A e B: noi dobbiamo garantire a tutti i pazienti una qualità di assistenza".
Quanto al Congresso dei chirurghi in corso a Roma, il presidente del Cic ha commentato: "Il Congresso a cui partecipiamo in questi giorni ha fra i suoi titoli quello dell'innovazione, che è una necessità, così come la sostenibilità dell'innovazione è sicuramente un tema di notevole rilevanza, stante la crisi economica con cui la sanità si deve confrontare. Ma è anche dall'innovazione che può nascere una maggiore sostenibilità: se la sanità si innova e migliora le sue tecnologie, oltre che i suoi modelli organizzativi, la sostenibilità sarà sicuramente più raggiungibile", ha infine concluso Presenti.
(Cds/ Dire)