(DIRE) Roma, 27 set. - La Regione Lazio è pronta a implementare l'assistenza sanitaria pubblica per quello che riguarda la procreazione medicalmente assistita (Pma). La bozza del decreto che applicherà nel Lazio le indicazioni previste nei nuovi Lea è pronta e il suo contenuto è stato anticipato dal direttore della Direzione regionale Salute e Politiche sociali, Vincenzo Panella, durante un incontro dal titolo 'Procreazione medicalmente assistita e tutela della fertilità, il Lazio migliora l'accessibilità e la fruibilità dei servizi', a cui erano presenti il consigliere regionale Teresa Petrangolini e il responsabile della Cabina di regia del Ssr, Alessio D'Amato, oltre alle associazioni di settore e i rappresentanti dei centri.
"Abbiamo emanato un primo decreto mesi fa- ha esordito Panella- Il primo punto fermo dopo la legge nazionale. Questo decreto si è mosso su un terreno scivoloso perché non si sapeva se la prestazione sarebbe rientrata nei Lea. Individuava le tariffe, con oneri a carico del cittadino. E individuava i profili di prestazione e compartecipazione per ciascuno dei tre livelli previsti dalla normativa nazionale. Parliamo solo di omologa, perché nel Lazio l'eterologa non si fa ancora. Ora tutto va rivisto coi nuovi Lea. Il nuovo provvedimento affronta il fabbisogno, i requisiti ulteriori per l'accreditamento e le regole per l'applicazione dell'articolo 18 della legge 40. Per il primo livello abbiamo individuato dei 'cut-off' intorno ai 500 cicli. Sarà un ciclo di prova per poi verificare il reale fabbisogno del territorio. Perche' non ci sono stime ufficiali a riguardo, quindi per cominciare ci rifacciamo ai numeri che sono nel registro nazionale tenuto dall'Iss, sapendo che non rappresenta un quadro consolidato. Dopodiché sarà la realtà a darci i numeri e ci assesteremo sul fabbisogno effettivo".
Per quanto riguarda i centri, ha aggiunto, "ce ne sono 31. Ventuno sono autorizzati e 10 in attesa di autorizzazione. Il fabbisogno si attesta intorno ai 20: questo significa che saranno accreditati circa 20 centri. Anche in questo caso ci sarà un periodo di osservazione e poi stabiliremo il numero definitivo. Per ultimo, i criteri per l'individuazione dei destinatari del fondo stabilito dall'articolo 18 della legge 40. Il fondo finanziera' attrezzature e investimenti sulle strutture. Per le assunzioni c'è una questione di mantenimento del personale una volta terminato il fondo, che è legata alla possibilità di pagare gli stipendi dei nuovi assunti, una volta che i soldi del fondo saranno terminati".
Infine, Panella ha esortato il settore pubblico a "darsi una mossa. Perche' c'è la necessità di dare assistenza ai cittadini. Il quadro attuale è che gli unici pubblici che hanno un terzo livello sono l'Umberto I, il Pertini e il San Filippo Neri.
Naturalmente il piano di rientro ha influito, ma ora ci saranno i fondi dell articolo 18".
Il dirigente della sanità laziale non ha escluso, poi, un eventuale ulteriore confronto con i centri e le associazioni, una volta che i Lea saranno definitivi: "Vediamo se tracciare nel decreto la linea del percorso assistenziale, che deve avere un inizio e una fine. Vediamo se è il caso di riunire gli esperti. Probabilmente- ha concluso Panella- è meglio aspettare che i Lea siano definitivi. Potremmo poi inserire la presenza delle società scientifiche e le associazioni nello studio del percorso, nel monitoraggio e valutazione. Come abbiamo fatto nel caso delle cure per il diabete".
(Wel/ Dire)