(DIRE) Roma, 27 set. - "Il Mef ha certificato un aumento del disavanzo nel 2015 arrivato a 379 milioni di euro rispetto ai 355 dell'anno precedente. Il debito sanitario è coperto in gran parte dai cittadini del Lazio con un addizionale Irpef di circa 520,00 euro a famiglia annue che è la più alta d'Italia e dai sacrifici dei dipendenti delle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere pubbliche. Infatti, di tutte le spese una sostanziale riduzione è stata registrata esclusivamente per i redditi da lavoro dipendente del personale passato in migliaia di euro dai 3.075.248 euro del 2010 ai 2.708.779 euro del 2015 dovuto essenzialmente alla forte riduzione di personale a causa del blocco del turn-over con carichi di lavoro sempre più pesanti e turni orari che posizionano il Lazio fuori dai limiti massimi previsti dalla Comunità Europea, e perdurano abuso di contratti atipici e di consulenze. E da questi sacrifici i cittadini non traggono alcun beneficio in quanto perdurano le difficoltà nei pronto soccorso, pesanti liste di attesa per i ricoveri e per gli interventi causato dal taglio dei posti letto e anche per esami specialistici con indubbio vantaggio della sanità privata e delle assicurazioni. E la Regione Lazio non brilla neanche nei rapporti con i Professionisti e le parti sociali, la mancanza di confronto sia a livello centrale che nelle singole aziende dove tutti gli atti programmatori e anche i nuovi atti aziendali vengono solo esposti senza alcuna possibilità di dialogo non permette a chi ha esperienza e competenza di poter fornire contributi che poi potrebbero essere valutati con serenità.
Se Zingaretti apre finalmente a un dialogo noi siamo pronti e collaborativi, in caso contrario se ne prenderà le responsabilità con i cittadini che ne sapranno valutare l'operato". Così in un comunicato il Coordinatore Cimo - Co.Si.P.S., Ernesto Cappellano.
(Wel/ Dire)