(DIRE) Roma, 21 set. - "Il dato preoccupante è che abbiamo oltre metà delle persone in Rems, o in attesa, che hanno una misura di sicurezza provvisoria: 216 su 541. E questo è davvero uno stravolgimento dello spirito che ha animato la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari. Cioè intanto si 'parcheggia' qualcuno per verificare se davvero ha problemi di salute mentale, poi si decide se destinarlo in una Residenza per le misure di sicurezza o altrove". È la denuncia che arriva dal coordinatore del Comitato Stop Opg, Stefano Cecconi, intervistato dall'agenzia Dire in occasione della presentazione a Roma di un emendamento correttivo all'articolo 12 del Ddl 2067 (Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale per il rafforzamento delle garanzie difensive e la durata ragionevole dei processi nonche' all'ordinamento penitenziario per l'effettivita' rieducativa della pena).
"Ma in questo modo- prosegue- si sta impededendo la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari rimasti aperti, che sono due (uno a Barcellona Pozzo di Gotto e l'altro a Montelupo Fiorentino), dove ci sono 37 persone che da quasi due anni attendono di uscire perché i posti sono occupati, molto spesso da persone in attesa, o come si dice in gergo 'in provvisoria'. Poi c'è invece un segnale importante, che avevamo già visto in passato: molte persone sono destinatarie di misure alternative alla detenzione. E questo è possibile per carcerati e per internati in Rems, come era per gli Opg, ed è la vera che questa riforma funzioni davvero".
Secondo Cecconi, però, qualcosa si sta muovendo: "Siamo ancora in una situazione di transito- spiega- ma se penso al 2011, quando avevamo oltre 1.400 internati all'interno dei vecchi manicomi giudiziari, mentre ad oggi invece abbiamo poco più di 540 persone nelle Rems, questo dato ci dà il segno di cosa è successo in questi anni. Vuol dire infatti che il dimezzamento delle presenze in misura di sicurezza detentiva ha fatto sì che i dipartimenti di salute mentale si siano fatti carico delle persone e abbiano organizzato risposte nel territorio".
Secondo il coordinatore del Comitato Stop Opg, però, c'è "ancora molto da fare, perché troppe persone sono ancora in lista di attesa per le Rems- sottolinea- e troppi magistrati inviano con leggerezza persone in queste residenze invece di assegnarle ai percorsi territoriali, che sono la vera sfida per riportare questa operazione dentro il solco della nuova riforma Basaglia". Ma cosa chiedete? "Chiediamo che si faccia un'operazione seria di garanzia della salute nelle carceri- risponde alla Dire Cecconi- che non viene fatta con il testo che attualmente è in discussione al Senato, perché s'improvvisa un letterale 'scaricamento' di detenuti all'interno delle Rems, che erano destinate e devono essere destinate ad accogliere transitoriamente persone che erano negli Opg o con misure di sicurezza detentive, ma prosciolti perché ritenuti incapaci di intendere e di volere".
Questa operazione, sempre secondo il coordinatore del Comitato Stop Opg, favorirebbe anche "qualche soluzione di comodo, sto pensando a mafiosi e criminalità organizzata, che stravolgerebbe la riforma che ha chiuso gli Opg. In questo modo ritorneremmo al passato, a quando i manicomi giudiziari erano i contenitori di tutto il disagio mentale e ci allontanerebbe soprattutto dalla Riforma 180 e dalla Legge Basaglia, che individua nelle soluzioni alternative alla custodia e alla detenzione la misura migliore per assistere i cittadini con disagio mentale. Dobbiamo tornare allo spirito che ha animato la Legge 81 del 2014, che non solo ha chiuso gli Opg, ma come ci ricorda anche il commissario Corleone ha indicato una via nuova per risolvere questioni antiche", conclude Cecconi.
(Cds/ Dire)