(DIRE) Roma, 6 set. - Il tema dell'antibiotico-resistenza, in particolare per quanto riguarda le sue ripercussioni sulle prime fasi di vita dei neonati, è al centro di un articolo di Anthony Costello e Stefan S. Peterson - rispettivamente Direttore della salute materna, infantile e adolescenziale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e Responsabile UNICEF della Salute - recentemente pubblicato sul sito dell'OMS.
Secondo i due autori, la mortalità materna e neonatale non sono fatalità confinate nel passato. Complessivamente, infatti, limitatamente alle infezioni, i decessi annui ad esse associati ammontano a 30mila tra le madri e a 400mila tra i neonati, la maggior parte dei quali si registrano nei paesi a basso reddito. Circoscrivendo i dati agli ospedali più grandi - in cui i batteri hanno maggiore probabilità di sviluppare la resistenza agli antibiotici - alcuni studi rivelano che circa il 40% delle infezioni nei neonati resiste ai trattamenti standard. I neonati, infatti, soprattutto se prematuri, non hanno pienamente sviluppato il proprio sistema immunitario e sono per questo maggiormente esposti sia alle infezioni diffuse in ospedale che alle malattie trasmesse dai batteri di cui le loro madri sono portatrici. I rischi ovviamente aumentano quando le strutture sanitarie mancano di servizi igienici, acqua corrente, e delle altre condizioni sanitarie di base, come spesso accade nei paesi in via di sviluppo, ove non è infrequente che l'attuazione di strategie efficaci di contrasto alle infezioni sia ostacolata da difficoltà croniche nell'accesso agli antibiotici.
Diversa, diametralmente opposta, è invece la situazione che si palesa nei paesi ad alto reddito, in cui la mortalità materna e infantile è ormai rara a seguito di un secolo di costanti miglioramenti in materia di igiene e controllo delle infezioni. I tassi di mortalità sono crollati, ad esempio, con la disponibilità, a partire dal 1934, di antibatterici sulfamidici per il trattamento rapido e sul posto delle infezioni. Proprio l'efficacia degli antibiotici, tuttavia, ha portato molti operatori sanitari a incrementarne le prescrizioni, anche quando non occorrono, come contro le malattie virali, generando un vero e proprio eccesso responsabile dell'antibiotico-resistenza, la comparsa di batteri sempre più resistenti e la progressiva perdita di efficacia degli antibiotici attualmente disponibili.
Tutelare la vita e la salute di madri e neonati richiede dunque strategie e interventi concertati a livello globale, volti a riequilibrare la sperequazione esistente tra difficoltà nell'accesso e eccesso nei consumi di antibiotici nelle diverse aree del pianeta. Il primo passo indicato dagli autori è ovviamente quello di arrestare la diffusione delle infezioni, in modo da scongiurare il ricorso gli antibiotici. A tal fine è imprescindibile che tutte le strutture sanitarie dispongano di acqua corrente e servizi igienici puliti, e che gli operatori sanitari seguano buone pratiche igieniche, come lavarsi le mani frequentemente. Dovranno inoltre attuare politiche per ridurre la degenza e dimettere prima madri e neonati, al fine di minimizzare il rischio di esposizione ai batteri, ed educare le mamme sull'importanza dell'allattamento al seno per il rafforzamento del sistema immunitario dei neonati. Infine, prima di somministrare gli antibiotici, i medici sono tenuti ad accertarsi che siano veramente necessari e prescriverne dosi responsabili.
A testimonianza della crescente consapevolezza che sta maturando attorno a queste problematiche - concludono Costello e Peterson - si collocano iniziative come l'adozione da parte dell'Assemblea Mondiale della Sanità, l'organo decisionale dell'OMS, di un piano d'azione globale per affrontare la resistenza antimicrobica, finalizzato a incoraggiare le pratiche per ridurre le infezioni e a ottimizzare l'uso degli antibiotici già disponibili, favorendone lo sviluppo di nuovi.
L'antibiotico-resistenza è stata inoltre inserita nell'agenda del prossimo vertice del G20, a settembre, in Cina, e sarà oggetto di una riunione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
(Wel/ Dire)