Roma, 4 ott. - Incontro questa mattina tra il presidente dell'Ordine provinciale di Roma dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri, Giuseppe Lavra, e il direttore generale del Policlinico Umberto I della Capitale, Domenico Alessio, per affrontare la questione di circa 250 medici precari che in questa importante struttura continuano a lavorare da molti anni. Tra questi, circa la metà, senza essere contrattualizzati, quindi in una condizione di oggettiva illegalità.
"Come Ordine, che ha nei suoi compiti la tutela della professione nel rigoroso rispetto del Codice di Deontologia Medica, abbiamo chiesto al DG Alessio di avviare un percorso di progressiva stabilizzazione, con priorità a quelli atipici, che inizi con un avviso pubblico specifico e, una volta completata la selezione e definita la graduatoria degli ammessi, porti a un inquadramento contrattuale regolare quanto meno a tempo determinato, con l'obbiettivo poi di trasformarlo successivamente a tempo indeterminato. E in questo senso si è impegnato il direttore generale dell'Umberto I", ha dichiarato al termine dell'incontro Lavra.
All'incontro, tenutosi presso la biblioteca del policlinico romano, hanno partecipato numerosi camici bianchi interessati in prima persona a veder finalmente regolarizzata la loro posizione, i quali hanno accolto positivamente sia la proposta avanzata dall'Ordine capitolino sia l'impegno espresso dal direttore generale, pur nella consapevolezza di eventuali ostacoli burocratici extra aziendali nel percorso oggi tracciato.
"L'impegno ad affrontare e contribuire a risolvere il grave problema del precariato nel lavoro medico è, da sempre, tra le priorità di questo Consiglio direttivo dell'Ordine - ha ricordato Lavra - e nel perseguire tale obiettivo ci muoviamo nel solco tracciato dal mio predecessore scomparso recentemente e prematuramente, il collega e amico Roberto Lala. Si tratta di un dovere morale e di giustizia sociale che abbiamo come Ente istituzionale e di un preciso compito di tutela della salute dei cittadini. Infatti, il perdurare del precariato comporta rilevanti dissonanze proprio con i principi e le regole del Codice Deontologico ed è un fattore di rischio per i pazienti", ha sottolineato il presidente dell'Ordine. "La condizione del medico precario, specie se privo dei diritti contrattuali, comporta quasi sempre orari di lavoro abnormi, quindi stress psicofisico, insoddisfazione per il trattamento economico e insicurezza per la mancanza di obiettivi di crescita all'interno della struttura, difficoltà per l'aggiornamento professionale: tutto ciò si riverbera anche sugli assistiti, i quali nel medico devono, invece, trovare sempre un professionista sereno, nel pieno delle sue energie, costantemente aggiornato".
(leggi il comunicato ufficiale)
(vedi l'intervista dell'agenzia Dire al presidente Lavra)
(Wel/ Dire)