(DIRE) Roma, 28 ott. - L'ictus è una delle principali cause di mortalità e una delle principali cause di disabilità. Oltre 17 milioni di persone nel mondo sono colpiti da ictus ogni anno (200mila in Italia) e sei milioni sono le vite perse per questa patologia. Ogni due secondi qualcuno è vittima di un ictus, indipendentemente dall'età o dal sesso. Nonostante queste statistiche sconcertanti, molte persone colpite da ictus non sono in grado di accedere alle cure, alla riabilitazione e al sostegno che potrebbero garantire maggiori possibilità di un buon recupero funzionale e una vita più sana, più produttiva e indipendente. La Carta dei Diritti della Persona Colpita da Ictus è una priorità importante per la World Stroke Organization (Organizzazione Mondiale dell'Ictus).
Questi diritti identificano gli aspetti della cura che sono importanti per tutti i pazienti colpiti da ictus e per i loro familiari, in tutto il mondo. Già dieci anni fa nel Consensus Statement della World Stroke Organization era stato sottolineato che tutti i pazienti con ictus in Europa dovessero essere ricoverati e trattati in una Stroke Unit eppure non è ancora così per tutti e in Italia ne mancano all'appello circa il 50% rispetto al fabbisogno territoriale. La Carta dei Diritti è uno strumento che può essere utilizzato per comunicare ciò che le persone colpite da ictus pensano sia più importante per il loro recupero. Molti aspetti di assistenza considerati importanti per le persone colpite da ictus e inclusi in questo documento, hanno dimostrato di ridurre la mortalità e la disabilità dopo ictus.
"L'ictus è la prima causa di disabilità in età adulta e può lasciare esiti neurologici come paresi di un lato del corpo, difficoltà di parola e della vista e causare l'insorgenza di epilessia e demenza vascolare- racconta la Professoressa Valeria Caso Neurologa presso l'Ospedale Misericordia di Perugia e Presidente dell'European Stroke Organization- eppure molti dei 200mila casi che si verificano ogni anno in Italia sarebbero prevenibili, ad esempio monitorando e tenendo sotto controllo l'ipertensione arteriosa (che è un importante fattore di rischio) e la fibrillazione atriale; moderni ed avanzati sistemi di monitoraggio del ritmo cardiaco, talmente piccoli da poter essere impiantati sotto la pelle, permettono di controllare le alterazioni del cuore e stabilire una corretta terapia anticoagulante, abbattendo così il rischio di ictus e delle sue recidive". Recidive che impattano pesantemente sui dati epidemiologici con circa 39mila casi l'anno pari al 20% di tutti gli ictus.
(Wel/ Dire)