(DIRE) Roma, 18 mar. - Una patologia spesso sottovalutata e poco conosciuta è la cheratosi attinica, una lesione della pelle che si manifesta sotto forma di aree circoscritte piatte, rugose, dure e aderenti, isolate o confluenti tra loro. Le aree cutanee più colpite sono anche quelle più esposte al sole: volto, cuoio capelluto, dorso delle mani e avambracci. Le lesioni attiniche sono una forma cancerosa allo stadio iniziale, che può regredire, ma più spesso evolve in senso maligno verso un carcinoma squamoso invasivo. "La formazione della cheratosi attinica- spiega Giampiero Girolomoni, presidente Sidemast (Società italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse)- è la conseguenza del 'ricordo' che la pelle ha del sole preso sin dall'infanzia: le persone con carnagione chiara sono più suscettibili ed è per questo che questa patologia è più diffusa nel Nord Europa".
Oggi, intanto, i numeri cheratosi attinica stanno aumentando. "Questo accade perché- prosegue Girolomoni- adesso vediamo i risultati di chi si è esposto al sole senza protezione negli Anni 70, quando nessuno parlava di cheratosi attinica, di tumori della pelle e di quanto fosse importante limitare l'esposizione solare e usare schermi protettivi. La cheratosi attinica deve essere curata perché, oltre al fastidio estetico, c'è un serio rischio di sviluppare tumori invasivi della pelle. Ma le opzioni terapeutiche non mancano: la più innovativa è l'ingenolo mebutato, un gel di facile e breve applicazione, efficace e sicuro, che per la sua praticità d'uso- conclude il presidente Sidemast- agevola l'aderenza del paziente alla terapia".
(Wel/ Dire)