(DIRE) Roma, 2 mar. - "Non si può parlare di cambiamento di rotta nella sanità del Lazio se non si pensa a stabilizzare i medici precari". Così il segretario regionale Cimo Lazio, Giuseppe Lavra, commenta i risultati positivi enunciati dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti, in particolare in riferimento alle nuove assunzioni all'Umberto I di Roma.
"Zingaretti parla dell'assunzione di ingegneri, architetti, amministrativi, farmacisti e di 60 infermieri- spiega Lavra- peccato che si dimentichi di ben 160 medici precari, di cui la metà lavora senza tutele contrattuali, la cui stabilizzazione sarebbe più che dovuta ormai. All'Umberto I si concentra il precariato medico più alto del Paese e questo non si può più ignorare. Parliamo di medici che continuano a lavorare in condizioni che potrebbero tranquillamente essere definite "di schiavismo", con retribuzioni misere, costretti a lavoro straordinario non retribuito, ma che assicurano nonostante tutto gran parte dei servizi di Pronto soccorso e d'Emergenza. Una condizione, la loro, ormai inaccettabile".
Come Cimo Lazio, prosegue Lavra, "siamo disposti a credere nel cambiamento che sta annunciando il commissario ad acta, purché non si continui a ignorare la situazione dei medici che, purtroppo, riguarda l'intero Servizio sanitario regionale e non solo il policlinico Umberto I. Nessun pregiudizio nei confronti di Zingaretti, ma anche lui ci dimostri di non averne nei confronti dei medici e di essere pronto a tutelarli".
(Wel/ Dire)