(DIRE) Roma, 30 mag. - Il Coordinamento nazionale Cimo Emergenza Urgenza, riunito a Vicenza, esprime con forza la necessità di incidere sui modelli di sistema, sviluppandolo nel rispetto dei bisogni, per offrire un Servizio Sanitario Nazionale che si rinnova e si organizza per dare nuove e più puntuali risposte ai bisogni di salute di una società sempre più anziana e affetta da malattie croniche. "La riorganizzazione della Rete Ospedaliera e delle cure prestate dalla Rete della Medicina Generale dovrà garantire il miglioramento della prevenzione, la qualità delle cure e la presa in carico delle patologie croniche, in una rete di servizi e professionisti a garanzia della salute pubblica, Territorio-Ospedale-Territorio. Curare le persone, là dove, le stesse vogliono essere assistite, sarà la vera novità del sistema sanitario nazionale e dei sistemi regionali, rendendoli più equi, accessibili e di qualità", spega la Cimo.
"Per garantire lo sviluppo del sistema occorre ed è necessario aggiornare i livelli di sicurezza, per il soccorso e il pronto soccorso al bisogno acuto, garantendo una risposta tempestiva là dove nella rete Territorio - Ospedale insorga un bisogno e predisponendo una rete dell'Emergenza Urgenza perfettamente integrata con la rete delle patologie croniche, ma autonoma, a garanzia della sicurezza e la qualità al sistema sanitario garantendo cosi i Lea e migliorando gli esiti e le aspettative di salute e di benessere", prosegue la nota.
"Per ottenere questo - spiega il Coordinamento - è necessaria la realizzazione di una Rete Unica dell'Emergenza Urgenza e che sia istituito il ruolo unico per i medici che lavorano nel sistema 118, nei Pronto soccorso, nei Dea, superando l'attuale molteplicità di contratti nel settore di emergenza urgenza, al fine di garantirne un'omogeneità di competenze e di sviluppo professionale. Aggiornando il DPR 27 marzo 1992 è possibile provvedere alla stabilizzazione dell'area, con il passaggio alla dipendenza dei medici che oggi lavorano nel sistema 118, con altre tipologie di rapporti di lavoro".
Il Coordinamento nel documento finale afferma che "se non si faranno i concorsi, non si stabilizzeranno le professionalità nella dipendenza, se non ci sarà un investimento sugli specialisti in emergenza urgenza, non si potranno avere quei requisiti minimi per garantire ai cittadini un'appropriatezza professionale e organizzativa, tale da garantire un intervento giusto, al paziente giusto, al momento giusto, della durata giusta, nel posto giusto e dal professionista giusto".
(Wel/ Dire)